Palermo, 23/09/2021
“Non ci sono più scuse, il servizio di assistenza specialistica agli alunni disabili può e deve ripartire subito”.
Lo afferma la deputata M5S, Roberta Schillaci a conclusione dell’audizione tenuta oggi in seduta congiunta nelle commissioni V e VI dell’Ars per chiarire le reali motivazioni che hanno impedito al servizio di assistenza specialistica di partire soprattutto nelle province di Palermo e Trapani.
“Tutto – afferma la deputata – è nato a causa di un fraintendimento tra la Regione e qualche ente locale. Alcuni di questi, infatti, nonostante una circolare emessa dal dipartimento alla Famiglia, hanno ritenuto indispensabile la produzione da parte del disabile della certificazione Uvm, che in effetti poteva essere benissimo sostituita da altra documentazione comprovante la sussistenza della patologia che dà diritto al servizio. Per sgomberare il campo da ogni equivoco le commissioni congiunte hanno chiesto che la Regione emani una nuova circolare. Nel frattempo abbiamo anche chiesto che gli enti locali in ritardo diano corso al servizio, basandosi sulla semplice certificazione che attesti che l’alunno è in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 3 comma 3 della legge 104”.
“È inammissibile – continua Schillaci – che un servizio fondamentale come questo resti bloccato, causando disagi enormi alle famiglie. E questo proprio nell’anno in cui in bilancio, grazie ad un emendamento del M5S e di altre forze politiche, per questo servizio sono stati stanziati 4 milioni di euro”.
Per mettere ordine nel settore dell’assistenza specialistica agli alunni disabili, Schillaci nei giorni scorsi ha presentato un ddl all’Ars, che ha suscitato polemiche da parte di un’associazione.
“Il disegno di legge a mia firma – dice Schillaci – certamente migliorabile, non è assolutamente un punto di arrivo, ma di partenza e tutti i contributi che arriveranno per ottimizzarlo saranno i benvenuti. A tal proposito, a breve, faremo altri incontri. C’è assolutamente bisogno di una legge che riordini il settore, che non va per niente bene, come testimoniano le proteste delle famiglie degli alunni, cui spessissimo siamo costretti ad assistere”.