L’esempio di Agrigento: solo due scuole-polo di titolarità per il personale ausiliare, tecnico e amministrativo. Il caso emblematico di un assistente tecnico titolare a Favara ma costretto a lavorare a Lampedusa
“Com’è possibile che un addetto Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi) delle scuole del primo ciclo debba essere costretto ad andare a lavorare a 40, 80 o persino 200 chilometri di distanza? Ci sono centinaia di padri e madri di famiglia che vivono disagi pesantissimi, a causa di regole di assegnazione quantomeno bizzarre, se non addirittura assurde”.
Lo denuncia il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Di Caro, che già due mesi fa aveva segnalato il problema, tra gli altri, al direttore generale per il personale scolastico, Filippo Serra e al sottosegretario di Stato per l’Istruzione, la senatrice Barbara Floridia. Di Caro, adesso, ha inviato una nota anche al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti.
“Ci sono casi emblematici – riferisce Di Caro – come quello di un addetto Ata che dalla scuola di titolarità, che si trova a Favara (provincia di Agrigento), è stato spedito con ordine di servizio a Lampedusa (sempre provincia di Agrigento, ma a 200 chilometri di distanza), nonostante abbia un figlio con grave disabilità riconosciuta dalla legge 104. Questo accade perché gli istituti comprensivi del primo ciclo, cosiddette ‘scuole-polo’, per tutta la provincia di Agrigento sono solamente due: Favara e Realmonte. Le due scuole-polo gestiscono la mobilità degli assistenti tecnici, che vengono spediti a destra e a manca, dai dirigenti scolastici, con enormi disagi sia sotto il profilo professionale che economico. Un assistente tecnico che ha sede lavorativa nell’I.C. di Realmonte può essere inviato a prestare servizio a Sciacca (60 Km di distanza) e il giorno dopo a Menfi (80 Km), o come ho già detto da Favara può essere mandato a lavorare anche a Lampedusa. Lavorare in queste condizioni – sostiene Di Caro – è deleterio sia per l’attività didattica sia sotto l’aspetto economico, perché non c’è alcuna remunerazione che possa coprire le spese di mobilità. La situazione non cambia nelle altre province siciliane. Il problema dev’essere affrontato e superato al più presto, con nuove assunzioni e aumentando il numero delle scuole-polo e quindi le sedi di titolarità”, conclude il deputato M5S.