L’intervento della deputata 5 Stelle oggi in commissione Antimafia, dove è stata presentata l’indagine sulla condizione minorile in Sicilia
“Contro la dispersione scolastica, che in Sicilia ha raggiunto il 19,4 per cento, ci sono alcune azioni da mettere in atto con grande urgenza: offrire supporto psicologico e assistenza specialistica ai ragazzi e alle loro famiglie, coordinare una volta per tutte le istituzioni che a vario titolo si occupano del fenomeno e, soprattutto, creare luoghi di aggregazione nei quartieri più a rischio”.
A dichiararlo è Roberta Schillaci, deputata regionale del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Antimafia all’Ars. Oggi la commissione ha presentato l’inchiesta sulla condizione minorile in Sicilia.
“Ad oggi – spiega Schillaci – gli operatori del terzo settore e gli enti istituzionali sono tante isole che non dialogano tra di loro. Lo stesso Garante per l’infanzia di Palermo, come abbiamo appreso durante l’inchiesta, non viene consultato e gli operatori che svolgono il lavoro di prossimità, nei territori, si coordinano autonomamente come possono. Abbiamo osservato poi una gravissima e assoluta mancanza di luoghi di aggregazione, come gli impianti sportivi: mancano, o sono deteriorati e inutilizzabili, i campetti di quartiere così come spesso le essenziali palestre nelle scuole. Non a caso un mio disegno di legge sullo sport prevede espressamente di aprire le palestre delle scuole in orario extracurriculare e di creare un campetto in ogni quartiere. lo sport, infatti, è un potente strumento di integrazione sociale. Infine – aggiunge Schillaci – dall’inchiesta è emerso il depotenziamento del sistema dei consultori familiari: venendo meno questa forma di assistenza specialistica, quelli che all’inizio sono piccoli bisogni psichici dei ragazzi, non vengono affrontati per tempo e si possono trasformare in veri e propri bisogni educativi speciali (Bes), condizionando il percorso scolastico”.
“Per questi interventi – prosegue Schillaci – andrebbero investiti al meglio i fondi del Pnrr, non per azioni isolate, ma con una visione integrata sul fenomeno, che permetta di intervenire in maniera più strutturata. Il parlamento regionale, per quanto di propria competenza, dovrebbe spingere su disegni di legge già esistenti: per esempio quelli sull’istituzione del servizio psicologico di base nei distretti socio-sanitari (fermo in commissione Sanità) e sull’attivazione di un servizio psicologico all’interno delle istituzioni scolastiche”, conclude la deputata 5 Stelle.