La deputata a margine della presentazione del nuovo regolamento interno della commissione regionale Antimafia: “Mettiamo inoltre a regime la gestione dei beni confiscati”.
“Le vicende di queste ore, con l’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro e la rete di connivenza che lo ha supportato, che sta venendo a galla grazie all’impegno di forze dell’ordine e magistratura, è la dimostrazione plastica che la corruzione va a braccetto con la criminalità e che le intercettazioni hanno un ruolo fondamentale anche a tutela della nostra sicurezza. Ritengo quindi importante fare un lavoro di verifica sull’applicazione delle norme sulla trasparenza e lo ‘spazza corrotti’ a livello regionale”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci a margine della presentazione del nuovo regolamento interno della Commissione sulla commissione regionale d’inchiesta sul fenomeno mafioso, di cui la deputata M5S è deputato segretario.
“Il contrasto alla corruzione – sottolinea la deputata – è un tassello importante anche nella lotta alle mafie perché proprio della corruzione si ciba la criminalità organizzata per l’affermazione del proprio potere sul territorio. Altro tema sul quale lavoreremo in Commissione è quello del miglioramento della gestione dei beni confiscati alla criminalità. Nel nostro Paese sono circa 17mila i beni confiscati, la maggior parte dei quali sono proprio in Sicilia. Occorre un censimento completo per comprendere che tipo di immobile si nasconde dietro la sola particella catastale di cui è in possesso l’amministrazione regionale. Ho chiesto al Presidente della Commissione Antimafia di partire dal ddl sui beni confiscati a cui ho già lavorato nella scorsa legislatura frutto della interlocuzione con gli operatori del settore. Praticamente infatti la Regione Siciliana non sa quali e quanti sono i beni in suo possesso. Occorre quindi trovarli e metterli a regime affidandoli a chi ne ha diritto, creando sviluppo economico restituendolo alla collettività” – conclude Schillaci.