“Qualcuno dovrebbe dire a Schifani che non è con le bella parole che si cambiano in meglio le sorti di un territorio, ma con i fatti, e i fatti dicono, incontrovertibilmente, che con l’ok del suo governo al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, in sede di conferenza Stato Regioni, sta contribuendo a mettere la pietra tombale sul futuro della Sicilia”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, in risposta all’uscita del presidente della Regione Siciliana sull’autonomia differenziata nel corso della convention di Forza Italia a Milano.
“Schifani – continua Antonio De Luca- evidentemente crede che i siciliani abbiano l’anello al naso e di poterli infinocchiare facilmente inanellando belle, ma vuote, parole. Peccato che queste facciano a pugni con le sue azioni concrete. Parla di Livelli essenziali di prestazione, di insularità da tutelare, di impegno dei suoi ministri, quando sarebbe bastato, per dimostrare le sue buone intenzioni, mettersi di traverso ai desiderata del suo partito e della maggioranza, votando “no” ai primi di marzo al ddl Calderoli e non “sì” come invece ha fatto. Le sue parole oggi, pertanto, hanno il sapore dell’ennesima presa in giro ai siciliani”.
“È inutile – afferma Antonio De Luca – girarci attorno, l’autonomia differenziata rischia scaverà una voragine tra il Sud e Nord d’Italia, ampliando le già forti disuguaglianze esistenti tra cittadini che fruiscono di certi servizi di un certo livello e cittadini destinati a non beneficiarne o a beneficiarne in termini del tutto insufficienti. Il M5S non permetterà che si comprometta l’unità d’Italia, la coesione sociale e il senso di una comune appartenenza a un unico destino. Contrasteremo questo progetto di autonomia, soprattutto su sanità e scuola perché non possiamo permettere che si costruiscano le premesse per 20 sistemi sanitari e scolastici diversi”.
“Sapevamo – conclude il capogruppo M5S – che i siciliani non avrebbero potuto e dovuto aspettarsi molto dal governo Schifani, ma i fatti stanno superando le nostre peggiori previsioni. Finora, finanziaria a parte, questo esecutivo non è riuscito a cavare un ragno dal buco, riuscendo a fare parlare di sé solo per le norme impugnate dal Consiglio dei ministri e dalla Consulta, per l’inerzia sui fondi europei, per le vuote chiacchiere sul caro voli, seguite dal nulla e, dulcis in fundo, per l’ok al ddl Calderoli”.