“Il salario minimo per i lavoratori è una norma di civiltà. In una regione come la Sicilia dove i salari sono statisticamente tra i più bassi non solo del Paese ma dell’Europa, l’adozione di una paga minima sotto la quale ciascun datore di lavoro non deve andare è una svolta necessaria”. A dichiararlo è il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola a proposito della definizione alla Camera del testo unitario della proposta di legge per il salario minimo. La Proposta di legge unitaria come sappiamo porta la firma delle opposizioni ovvero M5S, Pd, SI, Azione, Europa Verde e +Europa.
“La legge parla anche siciliano – spiega Di Paola – se consideriamo che ad occuparsi materialmente della redazione della legge stessa, che della concertazione con i partiti è stata la nostra già senatrice e Ministro Nunzia Catalfo che, come sappiamo, è anche la madrina del reddito di cittadinanza. A lei va il mio personale ringraziamento e quello dei cittadini siciliani. Contiamo adesso nella lungimiranza del governo Meloni nell’adottare il testo che, specie in un territorio come il nostro, sarebbe una boccata d’ossigeno per migliaia di famiglie” – conclude Di Paola.
A occuparsi in prima persona della redazione del testo di legge è stata dicevamo la senatrice Nunzia Catalfo che spiega: “La proposta di legge per l’introduzione del salario minimo legale che abbiamo messo a punto come opposizioni, con l’eccezione di Italia Viva, è un’ottima base di partenza. Si rivolge non solo ai lavoratori dipendenti ma anche agli autonomi e rafforza la contrattazione collettiva. Un importante e significativo passo avanti. Auspico che la maggioranza e il Governo non vogliano intralciare tale percorso. Nel nostro Paese il problema del lavoro povero riguarda oltre 4 milioni di lavoratrici e lavoratori: tanti sono, difatti, quelli che guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora, la soglia minima indicata nella pdl. Peraltro, come noto l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui negli ultimi trent’anni i salari sono diminuiti, mentre in Germania e Francia sono aumentati di oltre il 30%. Parliamo di due Stati dove, annualmente, si lavora meno che in Italia: 249 ore in meno nel primo caso e 165 ore nel secondo. Nel testo della proposta è prevista l’istituzione di una commissione che dovrà aggiornare annualmente l’importo del salario minimo, come peraltro avviene anche all’estero. Accolgo positivamente le aperture di alcune sigle sindacali e datoriali. Questa non è una misura in favore di questa o quella forza politica, ma di milioni di lavoratori, soprattutto giovani e donne, che guadagnano cifre indegne di un Paese civile” – conclude Catalfo.