Domani in commissione Affari istituzionale la votazione sugli emendamenti al ddl Enti locali. La deputata: “La politica vuole controllare tutto e la spartizione delle poltrone della sanità lo dimostra”
“No all’abolizione del sorteggio del presidente dei revisori dei Conti negli enti locali, sarebbe la morte dell’indipendenza del collegio, un penoso ritorno al passato e il trionfo della mala politica”.
Lo dice la deputata del M5S all’Ars Martina Ardizzone, alla vigilia della votazione in commissione Affari Istituzionali degli emendamenti al ddl sugli Enti locali, tra cui la nomina diretta, proposta dal centro destra, del presidente del collegio dei revisori, attualmente a sorteggio, grazie ad una norma del M5S approvata nel 2016.
“Non c’è nulla da fare – dice Ardizzone – la politica vuole controllare tutto. Dopo la vergognosa lottizzazione che il centro destra sta inscenando per le poltrone più importanti della sanità, mira a controllare anche gli enti locali, con un triste ritorno al passato. Nel 2016, dopo una lunga battaglia, il Movimento 5 stelle ha ottenuto l’approvazione della proposta di sorteggio di tutti i componenti dell’organo di revisione, così da garantirne la piena autonomia e indipendenza dalle amministrazioni alle quali prestano servizio. Questa norma, ora a rischio, è stata apprezzata in tutto il territorio nazionale da ordine dei commercialisti e associazioni di categoria, dimostrando che la politica siciliana, quando vuole, riesce a ben intervenire sui temi e essere all’avanguardia”.
“Con la nomina diretta del presidente del collegio – continua Ardizzone – verrebbe a mancare quella garanzia di indipendenza che ha evitato fino ad ora il legame diretto con chi ha un ruolo politico e governa la città. Con la proposta del centro destra, insomma, si azzererebbe la distanza tra ‘controllore e controllato’. Questa regione dovrebbe lavorare per fare passi avanti, non per arretrare paurosamente, ma, purtroppo, questo governo sembra non saper fare diversamente. Alle nostre proposte innovative per gli enti locali, come il voto a distanza, si contrappone l’esigenza dell’esecutivo di tornare in maniera preoccupante indietro” – conclude la deputata.