«Sconcertano i termini usati dalla Guardia di Finanza per descrivere l’ennesimo scandalo fatto di corruttela e malaffare nella sanità trapanese. Si parla di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara, pubblici concorsi e affidamenti di incarichi dirigenziali, secondo una logica clientelare».
Questa la prima reazione della deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi appreso dell’operazione della Fiamme Gialle e della indagine della Procura di Trapani sull’ASP del capoluogo.
«Saranno i magistrati ad accertare le responsabilità penali dei singoli indagati – afferma Ciminnisi –, però a poco più di 10 giorni dalle condanne in appello per la precedente allarmante vicenda della sanità siciliana, l’operazione “Sorella Sanità”, tornano a riemergere meccanismi di clientela che speravamo fossero superati. Colpisce, anche, che i fatti contestati sarebbero stati commessi proprio durante la pandemia. Quando l’emergenza avrebbe dovuto far registrare un plus di responsabilità, c’era chi pensava solo ad arricchirsi e a farsi gli affari propri».
«Dobbiamo amaramente constatare – continua la deputata –che la sanità è il ventre molle della politica siciliana. È il territorio di caccia libera in cui ciascuno, imprenditore, faccendiere, pubblico funzionario infedele, medico compiacente, ritiene di poter gestire come fosse “cosa propria” il diritto alla salute dei cittadini. Diritto compresso, disatteso, a causa della distrazione della politica o peggio ancora della complicità di una classe dirigente che invece di esaltare il merito privilegia l’appartenenza. Perché è questo quel che accade quando la politica chiede ed elargisce favori: saltano le regole, le procedure di controllo, gli equilibri istituzionali e burocratici».
«Mentre la sanità siciliana va a pezzi e le indagini delle procure, oggi quella di Trapani, scoperchiano il marcio, questo Governo siciliano e questa maggioranza – conclude Ciminnisi –, cincischiano con il manuale Cencelli per accaparrarsi poltrone e incarichi di prestigio. Mentre la Sanità siciliana è alla canna del gas, ancora attendiamo le nomine dei direttori generali delle ASP e delle Aziende Sanitarie. Nomi da decidere nelle segrete stanze in un continuo mercato di posizioni e rendite politiche e clientelari. Così non va bene, lo ripetiamo da anni: fuori la mala politica della sanità».