“La crisi idrica è frutto di un cambiamento climatico ormai sotto gli occhi di tutti e l’azione dell’uomo deve essere rivolta a limitare i danni che decenni di sfruttamento delle risorse naturali hanno creato. Non possiamo agire sempre in stato di emergenza o piangere le conseguenze di una mancata azione. Ho chiesto attraverso un’interrogazione parlamentare al governo regionale se non ritenga necessario utilizzare i sistemi di dissalazione per prevenire la preoccupante crisi idrica in atto”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Jose Marano, vice presidente della Commissione Ambiente all’ARS a proposito della carenza idrica negli invasi dovuta alle scarse piogge degli ultimi mesi. La deputata, oltre ad aver depositato una interrogazione al governo regionale, aveva presentato un emendamento durante la finanziaria per avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione di impianti di dissalazione dell’acqua marina da effettuare nelle Città Metropolitane e/o nei liberi Consorzi comunali costieri della Regione Siciliana, emendamento bocciato in commissione Attività Produttive con parere non favorevole del governo.
“I sistemi di dissalazione – spiega Marano – possono rappresentare la soluzione migliore per preservare e produrre acqua potabile, inoltre, le nuove tecnologie di realizzazione degli stessi impianti consentono di risparmiare energia e ridurre l’impatto ambientale. Per queste ragioni. In molti Paesi europei i sistemi di dissalazione sono realtà, per esempio in Spagna, dove con 765 impianti di desalinizzazione attivi, Madrid ha un grande sistema efficiente di produzione di acqua. La Spagna infatti attualmente produce circa 5 milioni di m³ al giorno di acqua dissalata per approvvigionamento, irrigazione e uso industriale. Per non parlare poi di realtà più macroscopiche come quelle degli Emirati Arabi Uniti che, utilizzando l’acqua del mare hanno dato vita ad un caleidoscopio di giardini e fontane. In Sicilia li abbiamo già sperimentati nelle isole minori, ma ci vogliono investimenti seri e farli diventare un sistema strutturato per la lotta alla crisi idrica. È questione di volontà politica” – conclude la deputata.