Domani il disegno di legge Cinquestelle all’esame della commissione Affari istituzionali di Palazzo dei Normanni
“Fratelli d’Italia prova a cavalcare le giuste rimostranze dei tanti fuori sede che anche questa volta, per colpa della politica, non potranno votare alle amministrative e alle Europee. Ma è una proposta di facciata in contraddizione con la legge delega che anche loro hanno votato e soprattutto monca. L’emendamento dei meloniani infatti consentirebbe il voto solo alle Europee e solo agli studenti fuori sede, escludendo i lavoratori e chi è fuori per motivi di salute. Più che una risposta alle esigenze di quasi 5 milioni di italiani, questo sembra essere un disperato tentativo, da parte di Fratelli d’Italia, di accaparrarsi il consenso di tanti ragazzi che, negli ultimi giorni, hanno fatto sentire la loro voce a Roma, Milano e persino a Sanremo. È davvero triste”.
Lo afferma la deputata regionale M5S Martina Ardizzone, prima firmataria del ddl domani all’ordine del giorno della commissione Affari istituzionali dell’Ars che spianerebbe la strada verso il voto a 200 mila siciliani fiori sede.
“Il nostro ddl- dice Ardizzone – è molto più completo, permetterebbe finalmente di votare ai siciliani che si trovano fuori dalla Sicilia per motivi di studio, di salute o di lavoro. Nonostante si parli spesso di ‘partito dell’astensione’, di sfiducia dei cittadini nella politica, ad oggi oltre 200 mila siciliani sono costretti a rinunciare a votare, a causa dell’assenza di una norma che consenta loro di poter esercitare il diritto di voto. Si tratta di una forma di astensionismo ‘involontario’ che va assolutamente stoppato”.
A non potere esercitare il diritto di voto sono soprattutto giovani studenti universitari. Infatti, circa il 22 per cento degli universitari residenti in Sicilia (secondo i dati USTAT, il portale del Miur dedicato alla pubblicazione e all’analisi dei dati riguardanti il mondo dell’Università, studia fuori regione.
“Il Movimento Cinque Stelle – commenta Ardizzone – da sempre ha provato a colmare questo grave vuoto normativo con numerose proposte, ma il ministero dell’Interno ha sempre frenato per timore di possibili ritardi nello spoglio e, soprattutto, per il rischio di riconoscibilità del voto. Queste problemi sono, in realtà, superabili consentendo, per le elezioni comunali, il voto a distanza a coloro che sono momentaneamente impossibilitati a raggiungere il luogo di residenza e con l’introduzione della possibilità, in via sperimentale per alcuni comuni scelti a campione, di votare attraverso sistemi elettronici”.