«Da oltre un anno che chiedo che si faccia chiarezza sulla strategia di gestione sullo scalo di Birgi e sugli scali aeroportuali siciliani più in generale. Ed ho chiesto, consapevole dell’importanza degli aeroporti per l’economia dell’Isola, che lo si faccia in sede parlamentare e non nel chiuso di uffici e segreterie». A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi che ha depositato un’interrogazione parlamentare in cui chiede «chiarimenti in merito ad ipotesi di privatizzazione, fusione o incorporazione della società di gestione dell’Aeroporto di Trapani Birgi “Vincenzo Florio”».
Un atto ispettivo che giunge in una fase particolarmente accesa del dibattito pubblico sullo scalo trapanese: di ieri la notizia dei rilievi del Governo Nazionale sulla ricapitalizzazione dell’Airgest; delle scorse settimane le dichiarazioni del presidente della Regione su ipotesi di privatizzazione della società; dei giorni scorsi le interviste alla stampa di un imprenditore che opera sul territorio trapanese che ha annunciato di voler entrare nella compagine societaria per dare seguito a quanto dichiarato dal Presidente Schifani.
«Per altro – aggiunge la parlamentare trapanese – già il 3 gennaio dello scorso anno, avevo depositato richiesta di audizione presso la II Commissione e la IV Commissione, ad oggi rimasta inspiegabilmente inevasa».
Nell’interrogazione Ciminnisi, chiede al presidente della Regione le intenzioni legate al futuro degli scali aeroportuali Siciliani tenendo conto delle normative nazionali, europee e delle autorità di regolazione di settore; se si intende dare seguito a ipotesi di fusione tra Airgest e Gesap e con quali tempi; infine il tema dell’ipotizzato Gestore Unico per la Sicilia Occidentale e della piena e autonoma operatività dell’aeroporto “Vincenzo Florio”.
«L’urgenza di riportare il dibattito in aula – conclude Ciminnisi – è determinata dalla necessità di avere certezze. Ipotesi di privatizzazioni e operazioni di mercato, annunciate dal Governo Regionale e che non hanno mai seguito, raccolte da privati e gruppi imprenditoriali che a loro volta avanzano proposte e richieste, generano un clima di confusione che rende indeterminato il futuro degli scali e accidentate strategie e programmazione. Birgi e gli aeroporti siciliani hanno bisogno di stabilità nella operatività e nella gestione».