Presentata dal capogruppo Antonio De Luca un’interrogazione urgente al presidente Schifani e all’assessore Volo
“Quali sono le azioni che la Regione intende mettere in atto a tutela del servizio sanitario regionale, già fortemente compromesso, e per opporsi al taglio di 1,2 miliardi di fondi del Pnrr previsto da Roma? A quanto ammonta la quota parte del definanziamento nazionale a carico della Regione Siciliana e, infine, quali sono i progetti che la Regione Siciliana ha presentato, attivato e quali di questi sono interessati dal previsto definanziamento delle risorse Pnrr?”
Sono queste le domande a cui cerca risposte urgenti dal presidente della Regione Schifani e dall’assessore ala sanità Volo un’interrogazione a firma del capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca in seguito alla notizia del taglio di 1,2 miliardi di euro dei fondi del Pnrr destinati alla sanità e in particolare alla realizzazione di opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere del nostro Paese.
Si tratta – commenta De Luca – di una scelta vergognosa che finirebbe col dare il colpo di grazie alla nostra sanità gravemente malata dopo il Covid e dopo le pessime scelte del governo regionale. Roma deve smetterla di pensare alla sanità come bancomat della politica e la Regione di vederla solo in chiave di posti di potere da lottizzare, come dimostra l’indecente lotta per la sparizione delle poltrone dei manager in scena da mesi in Sicilia”-
“Il ministro Fitto – continua De Luca – cerca di mascherare questo taglio come uno spostamento di risorse a cui attingere, ma di questo governo noi non ci fidiamo, specie se si considera che non si fidano nemmeno parecchi assessori del centro destra della Commissione Salute della conferenza delle Regioni che, giustamente, hanno parlato di scelta folle e hanno chiesto un incontro urgente al ministro della Salute Schillaci”.
“Inoltre – conclude De Luca – alcuni interventi finanziati sono cantieri in corso o hanno gare assegnate, e pertanto hanno prodotto obbligazioni giuridicamente vincolanti e pertanto non possono essere messi a carico, come previsto da Roma, dell’articolo 20 della legge 67 del 1988”.