“Quella dell’autonomia differenziata è una delle riforme più importanti degli ultimi anni che rischia di cambiare pesantemente, e in negativo, il destino delle popolazioni del Sud e della Sicilia in particolare. Se passa, per la scuola e la sanità saranno guai enormi, specie per il servizio sanitario nazionale che rischierebbe di essere smantellato. E il problema è che le persone di quello che li aspetta sanno poco o nulla, vanno informate per evitare il disastro”.
Lo affermano l’ex presidente della Camera dei deputati Roberto Fico e il coordinatore regionale per la Sicilia Nuccio Di Paola all’indomani del il mini tour in Sicilia di domenica e ieri per discutere con i cittadini della “spada di Damocle che pende sulle loro inconsapevoli teste”.
Fico e Di Paola assieme a numerosi esponenti Cinquestelle nei vari livelli istituzionali hanno sviscerato alcuni dei più controversi aspetti del ddl in discussione a Roma “di cui – dicono- si parla troppo poco, vista l’enorme portata della posta in gioco. Siamo di fronte ad un punto di non ritorno che non deve essere assolutamente oltrepassato”
Il mini tour siciliano ha toccato nell’ordine Aci Castello, Scoglitti, Gela, Caltanissetta, Palermo e Paceco. La tappa palermitana, tenuta all’Ars, ha visto relazionare sul tema politici, economisti, giuristi ed altri esperti in occasione di un convegno organizzato dalla commissione biblioteca di Palazzo dei Normanni, presieduta dalla deputata M5S Roberta Schillaci.
“Combattere l’autonomia differenziata – dice Fico – è una priorità assoluta perché parliamo di una riforma che spaccherà il Paese in due e che aggraverà i divari, a partire dal comparto sanitario che in Sicilia, come in tutto il Sud, sono già enormi. Dobbiamo lavorare per ridurre le diseguaglianze sociali e territoriali, non aumentarle: è questa la condizione indispensabile per costruire una società giusta ed equa. Di sicuro non ci serve un provvedimento come quello voluto dal ministro Calderoli per soddisfare le esigenze elettorali della Lega”.
“Davanti a questo scempio – afferma Di Paola – non possiamo stare con le mani in mano. E Schifani non cerchi di buttare la palla in tribuna. Parla di Livelli Essenziali di Prestazione, di passi avanti fatti grazie a Tajani e Forza Italia, quando, per dimostrare se sta con i siciliani o con Roma, sarebbe bastato votare “no” al ddl Calderoli e non “sì” come invece ha fatto il suo governo in sede di conferenza Stato Regioni. Le sue parole oggi, pertanto, hanno il sapore di beffa, dell’ennesima presa in giro ai siciliani”.