Tutti pronti per la riforma della legislazione sui parchi e riserve siciliani. Si terrà mercoledì 4 giugno l’audizione in IV Commissione Ambiente e Territorio, per discutere dei diversi Disegni di legge presentati.
Parteciperanno gli stessi firmatari dei Ddl, le associazioni ambientali, i presidenti dei parchi e i soggetti che vivono queste importanti realtà. Tra questi: il presidente di Legambiente Sicilia Domenico Fontana; il presidente del WWF Sicilia Angela Guardo; il presidente della LIPU Sicilia Nino Provenza; il presidente Italia Nostra Sicilia, Leandro Janni; il presidente Fare Ambiente Sicilia, Nicolò Nicolosi; il presidente del Comitato per il parco dei Peloritani, dott. Giuseppe Giaimi; il presidente del Parco delle Madonie; il presidente del Parco dei Nebrodi; il presidente del parco dell’Etna; il presidente del parco dell’Alcantara.
“La commissione Ambiente e territorio all’Ars ha rilevato l’esigenza di aggiornare la legge quadro sulle aree protette”. Così il presidente della IV Commissione, il deputato M5s Giampiero Trizzino. “Una legge storica – aggiunge il presidente di commissione – perché anteriore a quella nazionale e che quindi va rispettata e non stravolta. A mio avviso, semplicemente aggiornandola alla normativa europea evolutasi nel tempo e, allo stesso tempo, aggiornando le disposizioni sulla gestione (personale ad esempio), sulla base delle rinnovate esigenze”.
In questo momento, presso la Commissione Ambiente, ci sono diversi disegni di legge presentati da diversi gruppi parlamentari, tra questi uno presentato dal Movimento cinque stelle. “L’occasione di mercoledì – continua Trizzino – sarà fondamentale perché insieme alle associazioni ambientali, ai presidenti dei parchi e ai soggetti che vivono queste importanti realtà, cercheremo di trovare la giusta sintesi normativa da portare in aula”.
Ampiamente favorevole ad una riforma della legislazione in materia di Parchi e Riserve è l’Assessore al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata: “L’audizione in IV Commissione segna un passo importante per una definizione concertata e partecipata di questa riforma della legislazione sulle aree protette, discendenti dalla L.R. 98/81 istitutiva dei parchi e delle riserve in Sicilia – con cui già allora la Regione Siciliana si era posta all’avanguardia sul panorama nazionale -, dalla L.R. 14/88 e dalle loro successive modifiche e integrazioni. Il disegno di legge, che si intende portare avanti, di comune accordo con tutti i Presidenti dei Parchi e tutte le associazioni attive sul territorio in materia di tutela ambientale, punta all’istituzione del sistema regionale delle aree naturali protette e a garantire, attraverso specifiche norme, forme di sostegno della partecipazione delle popolazioni locali alla gestione dei parchi e dello sviluppo delle attività ecocompatibili. Dopo 33 anni dall’emanazione della L.R. 98/81, alla luce delle difficoltà economiche-finanziarie della Regione e a partire dal recepimento della Strategia nazionale sulla Biodiversità, che attua la Direttiva Europea in materia, una nuova legge appare non più rinviabile.”
“La riforma – continua l’Assessore – consentirà, dentro una logica finalmente di sistema, da un lato di attuare mirate politiche di conservazione e tutela dell’ambiente naturale protetto, dall’altro, di conseguire migliori condizioni di abitabilità e di partecipazione delle popolazioni locali a politiche attive di sviluppo. La logica di sistema è proprio il principio ispiratore di questo disegno di legge attorno al quale è stato ripensato tutto l’impianto normativo. In Sicilia esistono 4 parchi e 99 riserve, oltre che un Assessorato con compiti di vigilanza e tutela, ma non esiste, ancora, un sistema regionale delle aree naturali protette che agisca in quanto tale né esiste una chiara azione di governo in materia, che riesca a ragionare sia in termini di protezione e conservazione ma anche di sviluppo e di investimenti. Bisogna valorizzare la funzione sociale ma anche occupazionale che le aree protette svolgono a vantaggio della comunità, per innescare nuove possibilità di crescita economica. Il nuovo sistema regionale dei parchi in Sicilia deve mirare, pertanto, a innovare il modello istituzionale, il modello organizzativo, il modello di gestione, e a rivedere i meccanismi di spesa, attraverso uno snellimento delle procedure amministrative e una razionalizzazione dei costi, secondo i modelli delle best practices europee in tema di politiche a favore dei territori tutelati e delle aree naturali protette. Un modello che sappia coniugare conservazione e fruizione, tutela e sviluppo, risorse e ambiente, natura e cultura: questa è la sfida che ci si propone con il disegno di riforma”. “In questo modo – conclude la Sgarlata – la Regione Siciliana, nel suo insieme, potrà finalmente svolgere un ruolo strategico, propositivo e dinamico sia dentro il panorama nazionale ma anche dentro le sfide odierne del mondo globale connesse ai temi dell’ambiente, all’uso delle sue risorse, alle fonti rinnovabili di energia e di conservazione dei diversi e articolati patrimoni della biodiversità nonché dei patrimoni culturali tanto materiali che immateriali, che connotano i territori tutelati”.