Già da un anno il M5s ha interessato il governo regionale del problema, senza ottenere attenzione
Palermo, 10 luglio 2014 – “Apprendiamo da notizie di stampa che a margine dell’incontro tenutosi a San Fratello il 6 luglio scorso, per discutere della costruenda discarica nella zona del Torrente Inganno, il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta avrebbe inviato un SMS ad un suo collaboratore, presente in sala, recante il seguente testo: “L’autorizzazione è illegittima, mandatemi tutto il carteggio e provvederò, dopo averlo fatto esaminare, a revocare l’autorizzazione”.
“Sorvolando sulla contraddittorietà del testo in questione – afferma la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana – infatti, se il carteggio deve essere esaminato come si fa ad affermare che è illegittimo; ci permettiamo di avanzare al presidente una richiesta: istituzionalizzare l’SMS come strumento di interlocuzione con il Governo, vista la velocità nella risposta!”.
“Velocità diametralmente opposta a quella dimostrata quando si è trattato di rispondere ad atti parlamentari presentati attraverso le vie istituzionali, – continua Zafarana – che sono ignorati da più di un anno”. Risale infatti al 3 luglio 2013 l’interpellanza presentata dal M5S che chiedeva “se non ritengano opportuno intervenire per adottare i provvedimenti necessari per l’annullamento del decreto emesso dall’assessorato territorio e ambiente in data 20 luglio 2010” e “se non intendano, previa verifica dell’opportunità di realizzazione del progetto e della regolarità dell’iter burocratico-autorizzativo, sospenderne in via precauzionale l’esecuzione”. Probabilmente è inutile sottolineare come, ad oggi, nessuna risposta sia stata prodotta, né da parte del presidente, né dell’assessorato di riferimento.
E degli stessi giorni è l’intervento della deputata all’Ars Valentina Zafarana presso l’assessorato territorio e ambiente, all’epoca occupato da Mariella Lo Bello, che insieme ai rappresentanti dei territori e dei MeetUp delle zone interessate convinsero l’assessore ad inviare delle ispezioni volte al controllo dei requisiti richiesti, e alla successiva sospensione, temporanea, dei lavori.
“Eppure – in conclusione – oggi scopriamo che il presidente non ne sapeva nulla e che, anziché muoverci attraverso i canali più adatti e consoni a rappresentanti e servitori dei cittadini, col rispetto che si deve a una palazzo che si chiama Parlamento Siciliano, avremmo dovuto mandare un SMS al presidente che con lo stesso strumento avrebbe bloccato i lavori e salvato i cittadini. Bene presidente, ora che conosce la situazione, metta in atto quello che le viene chiesto da anni affinchè un impianto che è, evidentemente, uno schiaffo ai concetti di tutela dei cittadini, della loro incolumità e della loro salute; un impianto previsto all’interno dell’alveo di un torrente, un impianto previsto in una zona a forte rischio idrogeologico, un impianto che è in totale controtendenza con qualsiasi politica di gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, venga alla luce, dimostrando che, oltre a mandare SMS, la sua azione politica sa anche ottemperare ai suoi doveri, primo fra tutti quello di far applicare le leggi”.