Il gruppo parlamentare Cinquestelle all’Ars chiede la bonifica dei territori e la salvaguardia dei livelli occupazionali e punta a spostate la partita a livello nazionale, col coinvolgimento dei deputati M5S a Roma.
“L’Eni vuole lasciare Gela e disimpegnarsi in generale nell’isola? Benissimo, l’accompagneremo alla porta, ci guadagneranno immensamente l’ambiente e la salute dei siciliani. Prima però bonifichi il territorio e risarcisca la Sicilia, compresi i lavoratori, che ora vedono mancarsi improvvisamente la terra sotto ai piedi”.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars è categorico sulla vicenda del petrolchimico di Gela, che tiene col fiato sospeso i dipendenti della raffineria e dell’indotto.
“Ci dispiace immensamente per loro – affermano – e ci adopereremo perché siano messe in campo tutte le misure per consentirgli di non sprofondare nel baratro dell’incertezza o di ripercorrere la via Crucis già percorsa dagli operai della Fiat, grazie all’insipienza dei nostri governi, regionale e nazionale. Ancora una volta un grosso gruppo annuncia di tirare i denti fuori dal collo dell’isola dopo averla dissanguata e senza prospettate contropartita alcuna. E’ questo il ringraziamento per avere favorito l’Eni con royalties ridicole e concessioni di grande favore. Non possiamo permettere atteggiamenti del genere, per il rispetto dei lavoratori, ma anche di tutti i siciliani che hanno il diritto di vivere in ambienti salubri e non all’ombra di pericolose ciminiere”.
A Crocetta, all’assessore Vancheri a anche al governo Renzi i parlamentari chiedono impegni concreti e immediati, che vadano al di là dei soliti vuoti proclami.
“Siamo stanchi – dicono i parlamentari – di effetti speciali mediatici, seguiti dal nulla. E più di noi lo sono i siciliani che scontano sulla loro pelle questi atteggiamenti. Questo annunciato ed improvviso disimpegno è prepotenza bella e buona, che mette a nudo l’assoluta mancanza di un piano industriale di riconversione del governo: dove sono stati finora Crocetta e l’assessore Vancheri, dov’è l’Irsap, dov’è Confindustria? Battano un colpo, ma lo facciano subito. Il tempo è ampiamente scaduto”.
Il movimento 5 Stelle, da parte sua, promette di coinvolgere nell’operazione la sua deputazione nazionale, per fare pressing anche sul governo Renzi.
“E’ una partita – dicono i deputati a palazzo dei Normanni – che va giocata su due tavoli. Il disimpegno annunciato dall’Eni, del resto, coinvolge altri impianti in Italia”.
4 commenti
Vogliamo l’Italia pulita.
Andate via ci pensano i cittadini a bonificare la propia terra e salvare i lavoratori.
Le vostre minacce non tuonano più.
Per Rosario – Il problema non e’ cosi’ facile come lo prospetti, i cittadini nella maggioranza vivono (per diretto o indiretto inteso come indiretto dello stabilimento, commercio agricoltura, artigianato, autotrasportatori ecc )
dell’attivita’ dell’Eni a Gela, per cui considerato il grave stato di crisi che attraversano l’agricoltura e l’edilizia, veri motori di progresso economico, e che questi non presentano nessuno sbocco alle eventuali iniziative sostitutive, si rende necessario stare con i piedi per terra e non con le fantasie o le aspirazioni personali (il paradiso terrestre non esiste piu’ nemmeno nelle isole del pacifico).
La raffineria fu’ costruita perche’ provvedesse alla raffinazione del petrolio estratto in Sicilia e queto rimane il suo oggetto industriale e sociale, certamente rispettando le Leggi in vigore sopratutto in tema di ecologia.
Attualmente l’unica risorsa del territorio, indiscutibilmente e’ l’estrazione petrolifera e quindi poiche’ ogni attivita’ industriale ha e deve avere anche uno scopo sociale , e’ impensabile che l’Eni porti via il petrolio e chiuda la raffineria. e nemmeno puo’ raccontare che qualche impianto e’ in perdita, le perdite vanno viste nel quadro generale dell’attivita’, che in conseguenza del prezzo del petrolio in atto e’ sicuramente attivo. Sta alla direzione della raffineria stabilire piani industriali atti a consentire, al minimo se non al doveroso sviluppo, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali . ritengo, (considerato che non mi sento il detentore della verita’ ). che per l’ottenimento di quanto al territorio dovuto dall’Eni, che sia necessaria una lotta unitaria di tutte le categorie, senza alcuna esclusione, di colore e di pensiero, con un solo scopo ottenere, l’immediato rientro di tutti i lavoratori interessati di licenziamento e della chiusura, il giusto diritto che siano mantenuti e sviluppati i livelli occupazionali. questo coinvolgendo anche il Comune, La provincia, La regione e il governo nazionale – quest’ultimo vero artefice della programmazione dei siti industriali e quindi vero primo responsabile della temuta delocalizzazione in atto.
qualcuno a cancellato la verita’ che avevo commentato. a Rosario . Cambiamo discorso, cosa’ faranno gli operai licenziati, si daranno all’agricoltura ??, Intanto sono specialisti di un tipo di attivita’, specializzazione che ci vogliono anni per acquisirla e poi Leggi sotto.
I cittadini gia’ nella maggioranza con quanto percepiscono non riescono a coprire le spese di un mese come possono aiutare gli altri? e chi andra’ a bonificare la terra inquinata, Rosario ? Lo sapete che e’ un lavoro di specialisti e che non puo’ essere svolto dal primo sprovveduto che passa. sono anche io uno che crede nel movimento 5 stelle e nella ecologia possibile. Le boiate bisogna stare attenti a dirle perche danno una immagine del movimento diversa da quello che il movimento rappresenta’ veramente. Siamo seri e lasciamo dire le buffonate agli altri.
Potrei anche io avere commesso qualche errore ma mi farebbe piacere che la persona che ha cancellato il mio commento mi segnalasse i motivi che lo hanno portato a lasciare la pubblicazione di Rosario e cancellare la mia .
in ogni caso sappiate che questo commento e’ stato scritto con aria lieta ed un pizzico di ironia.
Niscemi. L’agricoltura è allo stremo, sopratutto il settore ortofrutta, un volta settore portante dell’economia del triangolo Niscemi-Vittoria-Acate. L’ennesimo grido d’allarme è lanciato da produttori, dopo che “i precedenti sono sempre rimasti inascoltati”, dice Antonino Collura, presidente della locale sezione Cia (Confederazione italiana agricoltori). Per mettere a fuoco alcune tematiche del settore, per oggi il sindacato dei produttori agricoli ha organizzato una conferenza-dibattito all’aperto, dalle ore 14, in un tratto della via Buonarroti, tra via Cavour e via Bellini. Il tema che verrà trattato sarà: “La nuova programmazione regionale e le opportunità per l’ortofrutta”.
«La Regione Siciliana sta preparando la nuova programmazione per l’utilizzo dei finanziamenti europei e noi – dice Tano Rummolino, direttore della Cia – vogliamo indicare delle priorità per evitare che tutto si faccia a tavolino senza conoscere le realtà dolorose del nostro comparto”. Il produttore di primaticci sotto serra, Francesco Avila denuncia lo stato di abbandono del settore ortofrutta. “Siamo costretti a svendere a 20 centesimi il chilo zucchine, pomodori e altri prodotti. Quando invece, almeno per coprire i costi di produzione, li dovremmo vendere minimo a 60 centesimi chilo. Così molte aziende chiudono, non per la tanta sbandierata crisi economica, ma per una politica mercantile scellerata che agevola i prodotti extra comunitari”. E un altro produttore, Carmelo Perticone, si chiede: “perché non decolla il mercato di contrada Mangione? “.
Chiediamo scusa per il ritardo nell’approvazione del commento, ma, da volontari, a volte, sfugge qualcosa. Le auguriamo una buona giornata e grazie per la partecipazione.