Da svariati giorni, nei pressi del locale Corso Sicilia, una ditta, per conto dell’Enel, sta eseguendo dei lavori che hanno comportato l’effettuazione di scavi nel manto stradale.
Abbiamo appreso, tramite diversi articoli pubblicati in rete (Augusta Online del 27/11/2014 webmarte.tv in data 29/11/2014) : “che diversi residenti della zona, preoccupati del sospetto colore “rossatro” – verosimilmente pirite -della terra estratta a seguito dei lavori, hanno fatto delle segnalazioni alle competenti Forze dell’Ordine; che, in effetti, proprio in seguito alle anzidette segnalazioni, nei giorni scorsi i lavori erano stati momentaneamente sospesi, a seguito di un sopralluogo del responsabile dell’Ufficio ecologia, Ing. Edoardo Pedalino, il quale pare abbia anche intimato alla ditta di “caratterizzare il materiale e di coprilo con dei teli”; che, inoltre, il comandate della Polizia Municipale locale, Antonio Barbera, nei giorni scorsi aveva già provveduto a notificare ai responsabili della ditta alcune prescrizioni che prevedevano la copertura del materiale con dei teloni e la caratterizzazione del materiale; infine, che del personale dell’Arpa avrebbe dovuto fare un sopralluogo ed eseguire dei campionamenti per analizzare il materiale e certificare se la polvere di pirite rinvenuta risultasse ancora nociva per la salute pubblica”.
Nella mattinata di sabato 29/11/2014, intorno alle ore 09.00, la ditta in argomento ha ripreso i lavori e alcuni attivisti (per precisare quanto riportato in merito nel citato articolo di web marte) transitando in loco, hanno avuto modo di appurare tanto la presenza di materiale di scavo, nei pressi del cantiere, di colore rossastro, verosimilmente riconducibile a pirite, quanto la mancata adozione degli accorgimenti già indicati dalle competenti Autorità (gli operai, infatti, lavoravano senza alcuna mascherina protettiva ed il materiale estratto, contenente verosimilmente pirite, non era coperto, nonostante il sospetto che si tratti di sostanza potenzialmente pericolosa per la salute pubblica)!
Nell’immediatezza, gli stessi attivisti presenti hanno effettuato dei rilievi fotografici ed hanno ritenuto di segnalare la cosa al locale Comando di Polizia Municipale; il personale ivi presente, tuttavia, ha rappresentato loro che già nei giorni precedenti era stato informato l’Ufficio Tecnico e l’Ufficio Ecologia e fatte tutte le dovute comunicazioni; infine, per qualsiasi segnalazione ufficiale, occorreva attendere la giornata di lunedì per l’apertura del competente Ufficio di Polizia Ambientale.
Non paghi delle risposte ottenute, i medesimi attivisti si sono recati presso il locale Commissariato di P.S., rappresentando quanto accaduto ed ottenendo che una volante della polizia intervenisse per eseguire i dovuti accertamenti; solo dopo l’intervento della stessa è sopraggiunto anche il personale dei Vigili Urbani e sospesi provvisoriamente i lavori.
Alla luce di quanto accaduto, numerosi sono gli interrogativi che emergono.
In primo luogo, in considerazione del fatto che già dal lontano 2005 (quasi 10 anni!) il campo sportivo è stato chiuso per la presenza di pirite (a tal proposito attendiamo ancora che venga avviata una bonifica del sito!), ci chiediamo se è stato mai fatto o, quantomeno valutata l’opportunità di fare, un campionamento dell’intera zona limitrofa che, verosimilmente potrebbe contenere lo stesso materiale potenzialmente pericoloso per la salute pubblica?
Detto campionamento consentirebbe, infatti, di avere una perimetrazione ben precisa dei luoghi ove il materiale in argomento è stato depositato e ciò comporterebbe evidenti vantaggi consentendo, tanto la pianificazione di una bonifica complessiva dell’intera area contaminata, quanto, soprattutto, nelle more della stessa, particolari accorgimenti ogniqualvolta dei lavori di scavo devono essere effettuati nella zona interessata, autorizzando gli stessi solo dopo aver informato le relative ditte ed accertandosi che le stesse prendano i dovuti accorgimenti per la sicurezza tanto degli operai, quanto dei residenti!
In secondo luogo, nel caso che si è verificato, dal momento che la ditta nonostante le precise indicazioni ricevute dagli Uffici competenti circa gli accorgimenti da adottare per la prosecuzione dei lavori, ha proseguito gli stessi omettendo di attenersi alle prescrizioni imposte, chi avrebbe avuto l’obbligo di vigilare?
Ed ancora, perché, solo su nostra sollecitazione, è dovuta intervenire la polizia scientifica ad effettuare il campionamenti mentre pare che l’ARPA fosse già stata allertata?
Infine, com’è possibile che in un paese con oltre 35.000 abitanti che vivono con enormi disagi legati all’inquinamento ambientale (quali, solo a titolo esemplificativo, costanti cattivi odori di origine industriale; massiccia presenza di discariche abusive contenenti amianto) le segnalazioni possano essere fatte solo nei giorni lavorativi ed in orari di ufficio?!?
La salute dei cittadini non può attendere “i tempi” della nostra burocrazia e soffrire della sua cronica carenza di organico e di risorse!