Si è tenuto ieri pomeriggio, sabato 21 febbraio, presso la Sala Cerere ad Enna, l’atteso convegno dal titolo “Acqua pubblica? Si, grazie!”, organizzato dal Gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle. Dinnanzi ad una sala colma di cittadini desiderosi di informarsi e di tutti i meetup della provincia ennese, sono intervenuti con ricchezza e qualità di contenuti diverse personalità influenti in materia, tra cui la deputata all’ars Valentina Palmeri e il Prof.re Riccardo Petrella, presidente dell’Istituto europeo di ricerca sulla politica dell’acqua e fondatore del Comitato internazionale “Contratto mondiale dell’Acqua” nonché autore del “Manifesto dell’Acqua”.
Dopo una breve introduzione del Movimento 5 stelle di Enna che ospitava l’evento, l’intervento di apertura ha visto un referente del gruppo Cinquestelle di Pietraperzia che ha illustrato brevemente alcune delle “falle” nelle gestione del servizio idrico da parte di AcquaEnna, tra cui le voci in bolletta delle “partite pregresse” e gli oneri di deposito cauzionale non dovuti alla stessa società.
Al suo intervento ha fatto seguito quello del deputato dell’Agrigentino all’Ars Matteo Mangiacavallo che ha illustrato come ad Agrigento si sia operato concretamente contro la GirgentiAcque, società che gestisce il servizio nella provincia di riferimento, con apposita interrogazione parlamentare chiedendo spiegazioni sul distacco forzato ai contatori di famiglie morose per piccole somme, sulle piante organiche della stessa società, e sulle condizioni per risolvere i contratti con gestori morosi verso gli enti comunali.
Interessante e chiarificatore l’intervento della deputata all’ars Valentina Palmeri la quale, dopo una breve introduzione storico-giuridica sulle tappe che ci hanno condotto nell’attuale situazione in materia di privatizzazioni del bene acqua, ha illustrato il disegno di legge che consentirebbe di tornare ad una gestione pubblica del servizio idrico ed a una equiparazione delle tariffe tra i comuni della Sicilia. Tra le proposte menzionate quella che prevede l’erogazione di 50 lt di acqua giornalieri pro capite gratuiti, come quantitativo minimo assicurato, a tutela di tutte quelle famiglie che versano in condizioni economiche di disagio e delle apposite interrogazioni a fini chiarificatori sulle diverse gestioni fallimentari delle società d’ambito, nonché sull’opera di controllo degli Ato di competenza.
A sostegno tecnico del convegno è intervenuto il Prof.re Riccardo Petrella che in un interessante intervento ha illustrato possibili modelli nazionali di gestione dell’acqua pubblica specificando l’importanza del finanziamento pubblico per la gestione del servizio idrico che deve essere partecipato da un soggetto pubblico e fondato sui comuni, così come la necessità di capire che nessuno può essere proprietario del bene “acqua”. Il Professore ha inoltre tenuto a sottolineare l’importanza dell’educazione al risparmio di una risorsa che da tempo non si può considerare rinnovabile e la gravità nella concezione del “chi inquina paga”, mentre afferma “chi inquina finisce in galera” in quanto priva altri di una risorsa che va sempre più scarseggiando e che non si potrà ovviamente riprodurre con il denaro ricavato da una possibile multa per inquinamento.
Unica pecca del convegno è stata l’assenza di tutti i sindaci facenti parte dell’Ato idrico ennese, che nonostante l’invito a partecipare hanno declinato senza alcun avviso, ad eccezione del comune di Calascibetta, che ha delegato il Vice Sindaco, e di due consiglieri comunali ennesi.
Ha infine chiuso il dibattito Davide Solfato attivista del gruppo di Enna che ha rivolto apprezzamenti sull’iniziativa del M5S Sicilia e sulla nuova voglia di onestà e trasparenza che il Movimento garantisce ai cittadini assicurando che da questo momento a Enna è apparsa una nuova ventata di legalità che porterà la città ad una rinascita culturale ed economica.
Le medesime tematiche saranno affrontate in un ciclo di convegni che il Movimento 5 Stelle all’Ars predisporrà in tutta la Sicilia.
1 commento
in alcuni paesi, sono rimaste ancora le vecchie fontane e lavatoi per i panni!Le scuole potrebbero fare delle manifestazioini per capire come una volta l’acqua non era in casa(o forse anche oggi???) e che in Africa i ragazzi fanno chilometri per r5aggiungere un pozzo!.