I deputati Cinquestelle hanno anche inviato un fascicolo alla Procura della Repubblica contenete i dati anomali e le discrepanze tra l’acqua estratta e quella imbottigliata.
E’ stato discusso e approvato ieri in commissione Attività produttive all’Ars il ddl 878 che regolarizza i canoni della concessione delle acque minerali in Sicilia. Sarà ora trasmesso in commissione Bilancio per il parere, e quindi approderà in sala d’Ercole per l’esito finale. Un testo di legge nuovo, praticamente stravolto, rispetto all’originale che fu bocciato senza mezzi termini a dicembre scorso proprio dal Movimento 5 Stelle, oggi fautore e promotore di una legge più equa. Nella sua stesura iniziale, infatti, il ddl tentava di “regalare” l’acqua minerale alle società multinazionali azzerando l’attuale canone di 2 euro. Ne prevedeva uno di 30 centesimi a metro cubo per l’acqua imbottigliata, uno di 20 centesimi per l’acqua “non imbottigliata ma comunque utilizzata” mentre nessuno per quella “non imbottigliata e non utilizzata”.
La commissione ieri ha accolto e votato all’unanimità due emendamenti presentati dai deputati Cinquestelle Matteo Mangiacavallo e Claudia La Rocca che istituiscono una soglia di 30 mila metri cubi di consumo. Tariffe inferiori, di circa un euro, per le società che si mantengono sotto la soglia, vicine ai due per chi la supera.
“Le logiche industriali, – ha commentato Claudia La Rocca – secondo le quali i costi si riducono a fronte di un maggiore quantitativo prodotto, non si possono applicare all’acqua che è un bene essenziale e non è certo infinito”. “Grazie ai nostri emendamenti, – aggiunge – siamo andati incontro alle esigenze delle piccole aziende siciliane senza fare regalie alle multinazionali dell’acqua, come forse avrebbe voluto Confindustria”.
“Il canone andrà calcolato sull’acqua estratta – continua Matteo Mangiacavallo – chi ne utilizza un quantitativo ridotto deve pagare meno, chi invece sfrutta le nostre risorse deve pagarla senza sconti”. “Abbiamo richiesto dati precisi sull’acqua estratta ed imbottigliata – conclude il deputato M5S – ma non ce li hanno forniti. Quelli parziali di cui siamo in possesso evidenziano come solo una parte dell’acqua estratta venga imbottigliata. Ci siamo chiesti: e l’altra che fine fa? Visto che gli uffici non sanno come risponderci, ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica di Palermo. Ci risponderanno loro”.