I deputati 5 stelle all’Ars. “La sentenza della magistratura contabile è anche, e soprattutto, una sonora bocciatura dal punto di vista etico e non può passare sotto silenzio. Cracolici doveva avere la sensibilità di rimettere il mandato assessoriale, ma non lo ha fatto. Ora sarà l’Aula a pronunciarsi in merito”.
C’era una cosa sola che Cracolici avrebbe dovuto fare all’indomani della pesante sentenza di condanna della Corte dei conti: rimettere il suo mandato assessoriale nelle mani di Crocetta. Non ha avuto la sensibilità di farlo, vedremo allora se la sua presenza nella giunta sarà considerata ancora opportuna dall’Ars, che chiameremo ad esprimersi sulla vicenda”.
Il gruppo parlamentare M5S a sala d’Ercole annuncia con queste parole una mozione di censura all’assessore all’Agricoltura, in seguito alla condanna pronunciata dalla magistratura contabile nei suoi confronti per le cosiddette spese pazze all’Ars relative alla passata legislatura, quando Cracolici era capogruppo del Pd a palazzo dei Normanni.
L’atto parlamentare è stato presentato oggi “e – dicono i deputati – sarà portato in Aula prima possibile”. “La pesante condanna della magistratura contabile – proseguono i 5 stelle – è anche una sonora bocciatura dal punto di vista etico e rende Cracolici incompatibile col suo importante ruolo governativo. Crocetta non può rimanere inerte di fronte a tutto questo, anche se i precedenti con il segretario generale, Patrizia Monterosso, ancora al suo posto nonostante una milionaria condanna definitiva a suo carico, non sono per nulla incoraggianti. Per l’alto burocrate, però, non si arrivò al voto d’aula. Questa volta contiamo di arrivarci, per impegnare il presidente a ritirare il mandato a Cracolici”.
“In un contesto di crisi generalizzata e di casse pubbliche perennemente vuote – continuano i 5stelle – sentire parlare di spese pazze contribuisce a scavare ancora di più il solco che divide istituzioni e cittadini. Fra le spese contestate al Pd e a Cracolici ci sono cene, regali e perfino sostanziosi contributi al partito. Ma quello che indigna forse più di tutto sono esborsi per il leasing di due lussuosissime auto che di per sé non costituiscono danno erariale, ma che la stessa Corte definisce “di complicata metabolizzazione”.
Come dargli torto? Certamente gli interessi e le istanze dei cittadini avrebbero potuto viaggiare in autovetture più sobrie della Mercedes classe S 320 e dell’Audi A6 per le quali il Pd ha speso in totale quasi 170 mila euro”.