Si è svolto questa mattina presso il Tribunale di Ragusa un incontro tra tutti i parlamentari iblei all’Assemblea Regionale Siciliana e il presidente facente funzioni del Tribunale dott. Salvatore Barracca, sulla problematica delle aste giudiziarie e delle procedure esecutive che negli ultimi anni ha travolto l’intero territorio della provincia di Ragusa.
L’incontro, promosso dalla deputata del M5S Vanessa Ferreri, è stato richiesto per invitare i magistrati ad adottare un orientamento più delicato e meno drastico delle norme che regolano i processi di esecuzione, anche per dare una prima risposta al dramma che stanno vivendo centinaia di famiglie ragusane, e in sintonia con i recenti interventi legislativi al c.p.c. – codice di procedura civile – volti a tutelare chi subisce l’espropriazione da accanimenti giudiziari e dalle dinamiche spesso poco trasparenti che si innestano durante il meccanismo delle aste giudiziarie. Uno su tutti, il nuovo art. 164 bis disp. att. c.p.c., introdotto nel 2014, ai sensi del quale “quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo”.
Il presidente Barracca ha reso noto come al momento, presso il Tribunale di Ragusa, vi siano circa 2400 procedimenti iscritti nel registro delle esecuzioni immobiliari, un numero esorbitante rispetto ad altri Tribunali della Sicilia, che invece godono di un organico di magistrati più ampio rispetto a quello attualmente esistente nel Tribunale ibleo.
Nel 2016, ha riferitolo stesso presidente, il numero delle procedure in cui è stata disposta la chiusura anticipata, ai sensi dell’art. 164 bis, è di circa 80, a testimonianza del fatto che se il caso concreto posto all’attenzione del giudice è idoneo a godere di tale normativa favorevole, i magistrati non esitano ad applicarla. Non solo. E’ stato altresì reso noto come i casi in cui sia stata disposta la liberazione di un immobile che sia anche prima abitazione, nel 2016, siano all’incirca una ventina su 80 casi. Il dottor Barranca ha infatti assicurato ai deputati iblei che quando oggetto della procedura esecutiva sia una prima casa, l’attenzione dei magistrati è maggiore e che l’espropriazione è da considerarsi come extrema ratio.
“Le parole del presidente del Tribunale di Ragusa ci hanno rincuorato, – hanno commentato i parlamentari iblei – non solo ci è stato assicurato che le prime case godano di un’attenzione particolare durante le procedure esecutive, ma anche che l’orientamento che sembra sempre più prendere piede presso il palazzo di Giustizia ibleo tiene in debita considerazione sia delle situazioni critiche che molto spesso vivono le famiglie dei debitori in difficoltà, sia del rischio di spregiudicate speculazioni immobiliari che negli ultimi anni sono state effettuate durante le aste giudiziarie”.