La deputata Cinquestelle Valentina Palmeri chiede una valutazione partecipativa con Enti locali, uffici tecnici e assemblee pubbliche, anche perché “la sospensiva del Piano non è prevista nel nostro ordinamento”.
“Istituire urgentemente tavoli tecnici con gli enti locali e gli uffici tecnici, e avviare assemblee pubbliche con tutti i soggetti interessati dall’adozione del piano”, lo chiede, attraverso una mozione parlamentare, la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri, in riferimento al Piano paesaggistico degli ambiti 2 e 3 nel Trapanese.
“In occasione della redazione del Piano ci sono state difficoltà specifiche. Tra queste, la poca partecipazione dei sindaci nella fase di concertazione e la mancanza, in alcuni casi, del piano regolatore generale, come nella quinta città siciliana per dimensione demografica, Marsala, che ha solo un piano comprensoriale che risale a circa 40 anni fa, con un indice di edificabilità in area agricola di molto superiore a tutti gli altri comuni siciliani. Dall’altro, sono state riscontrate difficoltà generali della pianificazione paesaggistica”, così si legge nell’atto del M5S, attraverso il quale la portavoce Palmeri fa una profonda riflessione sull’esigenza di riforma della pianificazione paesaggistica, sconnessa da quella ambientale e da altre pianificazioni, che dovrebbero marciare, in sinergia e con scelte strategiche, tutte insieme nella stessa direzione.
La trasmissione del Piano, per la sua pubblicazione, ai Comuni del Trapanese ha suscitato una serie di reazioni di protesta a catena da parte di sindaci e organismi di rappresentanza professionale. La deputata ricorda così che “il termine per le osservazioni non è un termine perentorio, ma può estendersi molto oltre i 120 giorni”.
Interviene in chiusura l’altro portavoce 5Stelle del Trapanese, Sergio Tancredi. “Questa mozione punta ad aprire una discussione approfondita a garanzia del territorio trapanese, senza pregiudicare le opportunità di sviluppo del territorio, elemento fondamentale in un momento estremamente difficile sotto il profilo economico”. “Il piano paesaggistico – concludono i due parlamentari – è uno strumento al servizio della collettività, ed è paradossale che per la non lungimiranza di certe amministrazioni comunali, venga penalizzato dalla mancanza di concertazione”. “Ricordiamoci anche – dice la Palmeri – che un territorio che decide di non decidere, di non darsi regole, è un territorio che rinuncia a disegnare il proprio futuro”.