Per i deputati 5 stelle siamo davanti ad una bozza truffa e unilaterale. “L’assessore si fermi e consulti il Parlamento e le parti sociali”
“Una bozza di rete fotocopia di quella del vecchio governo che questa maggioranza ha osteggiato e condannato e che – e non è un dettaglio – è stata stroncata dalla Corte dei Conti e dal Mef. Una bozza, tra l’altro, unilaterale, non concordata con nessuno e che non contiene nessun riferimento alle singole strutture ospedaliere né il dettaglio delle unità operative e dei posti letto e delle postazioni territoriali medicalizzate. Sembra proprio una storia fatta di pochi interessi pubblici e di tanti e troppi interessi particolari, privati e politici soprattutto. C’è da chiedersi quanto effettivamente le esigenze di razionalizzazione, efficientamento e contenimento della spesa pubblica, corrispondano ai reali bisogni ed agli interessi dei cittadini e dei rispettivi territori, se non piuttosto a interessi e ambizioni personali e politiche. Insomma una truffa alla domanda di salute o giù di lì, cui il M5S non può assolutamente prestare il fianco. Pertanto Razza si fermi e porti la rete all’attenzione del Parlamento, altrimenti non caverà un ragno dal buco”.
Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars stronca senza mezzi termini la bozza della rete ospedaliera varata da Razza e invitano l’assessore alla salute ad aviare una chiara discussione con il parlamento e le parti sociali per evitare un sicuro naufragio. Sull’argomento i deputati 5 stelle hanno tenuto oggi una conferenza stampa all’Ars. Erano presenti la capogruppo Valentina Zafarana e tre componenti 5 stelle della commissione Salute di Palazzo dei Normanni (Francesco Cappello, Giorgio Pasqua e Antonio De Luca).
“Vogliamo chiarezza –ha detto Zafarana – la nostra è una chiara presa di posizione rispetto all’atteggiamento dell’assessore alla Salute e alle metodologie e attività di concertazione che sta facendo il Governo. Sulla nuova rete ospedaliera non ci sono state concertazione né passaggi con i sindaci e con i territori e gli operatori sanitari e questo per noi è intollerabile”.
“Nulla è dato sapere – ha detto tra l’altro Cappello sulla riorganizzazione delle reti tempo dipendenti, sul destino dei punti nascita, sulla riorganizzazione del servizio del 118, né tanto meno se siano stati revisionati i criteri di calcolo per la definizione del fabbisogno dei mezzi di soccorso avanzata (MSA) in ragione dello stato della viabilità, vincoli orografici e tempi di percorrenza (gli unici indicati nella bozza)”. “Senza contare – ha continuato il deputato – le incongruenze assai curiose come, solo per fare qualche esempio, il fatto che non ci sono unità operative complesse di terapia intensiva all’Asp di Trapani e soltanto due unità operative semplici. Stesso discorso all’Asp di Agrigento, dove non è prevista nessuna unità operativa complessa di oncologia a fronte di un’unità operativa semplice e di una unità operativa semplice dipartimentale”.
Giorgio Pasqua ha sottolineato: “La bozza presenta ai sindacati porta la dicitura ‘bozza per discussione’. Critichiamo il metodo. Non si può discutere su una bozza che non indica quali ospedali resteranno aperti quali no. Cosa possono discutere i sindacati se non hanno i numeri sui presidi ospedalieri. Abbiamo riscontrato tantissime incongruenze. Per quanto riguarda ad esempio la Asp di Siracusa il reparto di radioterapia attivato nel 2016 con ingenti investimenti da parte dell’Asp e risorse del fondo ex Eternit nel progetto attuale sparisce. Già questo ci fa capire che il metodo utilizzato non tiene conto delle esigenze effettive delle realtà territoriali”
Per Antonio De Luca “Razza e Musumeci hanno fallito nel metodo e nel risultato. Falliscono negli obiettivi del Dm70, che prevede un’offerta sanitaria omogenea in tutto il territorio regionale. Il metodo utilizzato è stato quello di accontentare i territori e non le loro esigenze”. “Il ragionamento politico che avrebbe dovuto porre i pilastri di questa rete – ha detto – avrebbe dovuto essere quello della concertazione con i sindacati, i medici i territori”.
“Tirando le somme – ha concluso Cappello – si è tornati esattamente da dove eravamo partiti: la sanità siciliana era ed è sull’orlo del collasso e con un’inevitabile rinvio della stagione dei concorsi, per i quali bisognerà attendere, nella migliore delle ipotesi, almeno un altro anno, e nel frattempo gli ospedali saranno al collasso. A meno che Razza non faccia marcia indietro e consideri questo Parlamento come un valido interlocutore e non come un mero notaio, chiamato a certificare quello che si configura sempre più nettamente un atto di morte”.