Foti, presentata interpellanza all’Ars su corse irregolari gestite dall’Ast
Greco, linea assegnata dalla Regione all’Ast, servono verifiche su abbonamenti
Il diritto allo studio passa anche dal diritto alla mobilità. Ne è convinta la deputata regionale del M5S Angela Foti, che ha presentato un’interpellanza urgente all’Ars per chiedere al Governo regionale di mettere in campo le misure necessarie ad assicurare un servizio di trasporto extra-urbano efficiente da e per Motta Sant’Anastasia (Ct). Da tempo, infatti, alcune corse gestite dall’Azienda siciliani trasporti, che collegano Motta Sant’Anastasia a Catania, risultano irregolari per carenza di mezzi (come nel caso di quelle delle 7,15 e delle 7,30 e delle 13,45 e 14,10) o sono state soppresse (come quella delle 7 da e per il capoluogo etneo), “rendendo di fatto – dice Foti – un’odissea per pendolari e studenti recarsi a lavoro o a scuola”. “L’Ast – afferma la deputata regionale del M5S – non garantisce un servizio pubblico adeguato alle necessità di cittadini e in particolare per i circa 300 studenti, residenti a Motta Sant’Anastasia, che frequentano le scuole superiori a Catania. Il rispetto degli orari delle corse sembra un optional, i mezzi utilizzati insufficienti e infatti molti studenti sono costretti a usufruire di permessi per ritardi o addirittura ad assentarsi, a causa dei ritardi accumulati dai bus dell’Ast”. “E’ surreale – aggiunge Foti – che nell’era 4.0 agli studenti siciliani venga negato il diritto allo studio a causa dell’inefficienza del sistema di trasporto pubblico”. La consigliera comunale di Motta Sant’Anastasia Daniela Greco aggiunge: “L’assegnazione della linea Motta-Catania è stata fatta dalla Regione all’Ast, salvo poi aver dimenticato di verificare l’ efficienza del servizio, che viene reso con mezzi vecchi e insufficienti per il numero di abbonati di Motta”. “Il comune di Motta, poi, ha deciso di fare acquistare gli abbonamenti direttamente alle famiglie, salvo poi rimborsarli in modo proporzionale alle frequenze – fa sapere Greco – e su questo aspetto è opportuno procedere a verifiche normative con la Regione, anche perché si è perso il potere di negoziazione tipico dei grandi numeri”. “A causa di ritardi e inefficienze – conclude – i ragazzi, che frequentano alcune scuole, rischiano il 7 in condotta, mentre le famiglie subiscono un danno morale ed economico”.