La deputata Ars Stefania Campo: “ Inspiegabile come Ast, sia tenuta in condizione subalterna ai privati spesso legati tra loro. Altro che contributi a pioggia, i siciliani pagano contributi a tempesta per avere disservizi, duplicazioni di tratte, tratte scoperte e mezzi fatiscenti ”.
Palermo 19 marzo 2019 – “La Regione Siciliana sborsa oltre 150 milioni di euro all’anno per il servizio di trasporto pubblico locale, affidato in maniera provvisoria a ben 79 aziende private, molte di queste, collegate tra loro da rapporti intersocietari e partecipazioni che fanno intravedere la costituzione di veri e propri poli dal pesantissimo potere contrattuale e che per di più rendono un servizio pessimo per i viaggiatori. Una situazione paradossale e insostenibile dato che più che di contributi a pioggia, possiamo parlare di contributi a tempesta”.
A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che, dopo varie interrogazioni e accessi agli atti, rende note le cifre sborsate dalla Regione Siciliana in materia di trasporto pubblico locale per ciascuna delle aziende private che hanno sottoscritto il contratto di affidamento provvisorio.
“Le cronache quotidiane – spiega Campo – riportano continui disservizi subiti da viaggiatori casuali, pendolari, studenti, lavoratori e turisti, rimasti incagliati fra le complicate maglie delle autolinee extraurbane che intersecano la Sicilia in ogni dove. Una fittissima rete di tratte che sulla carta dovrebbe rendere la nostra Isola una sorta di paradiso degli autobus e che invece, col passare dei decenni, è divenuta fonte, inesauribile, di disagi, appunto e di scollamento, addirittura fra piccoli centri viciniori e fra province confinanti. Ci sono tratte e orari che non si comprende a chi possano giovare, ci sono corse che accavallano il servizio offerto agli studenti con quello ordinario rivolto ai semplici viaggiatori. Ma soprattutto il panorama è ricco di tratte doppione, di concorrenza fra ditte che operano all’incirca sugli stessi percorsi ma in orari impercettibilmente differenti e in palese sovrapposizione con i treni”.
“Molti degli autobus in servizio – sottolinea la deputata – sono vecchissimi e pericolosi strumenti di lavoro per un’intera e corposa categoria di lavoratori dipendenti. Gli autisti infatti sono loro stessi, vittime, ancor prima dei viaggiatori siciliani e dei turisti stranieri, di condizioni di lavoro massacranti e di sfacciato trattamento antisindacale. Qualche esempio di cosa pagano i siciliani per questa babele di disservizi? Una decina di ditte intrecciate fra loro riescono a incassare quasi l’80% del contributo totale che è di circa 150 milioni. A noi risulta che la Autoservizi Cuffaro s.r.l., dal 2015 al 2017, ha ricevuto 3,5 milioni di euro, la Etna Trasporti più di 10 milioni, la Segesta più di 8 milioni, la Interbus 17 milioni e mezzo, la Sais Autolinee 14 e la Sais Trasporti addirittura 18 milioni, ovvero quanto l’AST in anno. Da sottolineare inoltre – spiega ancora Campo – il fatto che Ast, al momento ha tratte meno redditizie, viene tenuta volutamente in una situazione subalterna ai privati. Sarebbe proprio il caso di comprendere – conclude la deputata – se questa ‘tempesta di contributi’ fa bene alla Sicilia o fa l’interesse solo di alcuni privati”.
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