“Palermo non si smentisce. Il cemento continua ad essere la merce di scambio della criminalità e della politica compiacente. È avvenuto per mano di Ciancimino, cancellando per sempre il volto liberty della città. È avvenuto per mano degli assassini di Mattarella, grande oppositore della speculazione edilizia. Avviene oggi, pare, con la complicità di burocrati, politici ed imprenditori. Apprendiamo di indagini che lasciano un solco più grande del fatto in sé. Palermo ancora non è cambiata, ma merita di farlo, quantomeno per rispetto di chi ha lottato perché questo cambiamento avvenisse”.
Questo il commento dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle Giampiero Trizzino e Roberta Schillaci, dopo l’arresto di sette persone, tra cui due consiglieri comunali di Palermo, nell’ambito dell’inchiesta “Giano Bifronte”, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo.
“L’inchiesta di oggi – proseguono – che vede coinvolti dirigenti del Comune e consiglieri comunali per fatti corruttivi, getta pesanti ombre sulle dinamiche amministrative, ancora una volta legate al tema dell’edilizia. Questi fatti meritano sicuramente maggiore approfondimento. Ci auguriamo, così come ha già sottolineato il presidente della Commissione nazionale antimafia, che la parte sana della politica di Palermo prenda le distanze in modo chiaro e deciso da coloro che infangano il nome della città”.
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