La deputata regionale, dopo l’audizione di oggi in commissione Monitoraggio leggi, riferisce della “mancanza di coordinamento, con dipartimenti diversi a gestire il settore” e sottolinea “l’assenza di impianti di smaltimento”.
Un quadro desolante emerge per quanto riguarda le bonifiche dei siti con amianto nell’Isola. A fornire i dettagli è la deputata regionale Valentina Zafarana, del Movimento 5 Stelle, al termine dell’audizione che si è svolta oggi in commissione Monitoraggio leggi all’Ars. L’audizione, chiesta dalla stessa Zafarana in seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini, ha visto la partecipazione dei dipartimenti regionali competenti nelle operazioni di bonifica dell’amianto.
“L’amianto è ancora una piena emergenza per la Sicilia. A distanza di ormai sette anni – spiega Valentina Zafarana – la legge regionale 10/2014, voluta per tutelare la salute pubblica dal rischio amianto, risulta applicata solo in minima parte. Oltre al Piano regionale amianto (approvato solo nel luglio 2021) e alla ricognizione dei Piani amianto comunali (se ne contano appena 120 su 391 Comuni), ben poco è stato fatto. Per non parlare del Centro unico regionale di smaltimento e trasformazione dell’amianto, la cui individuazione era prevista dalla norma ma è rimasta solo sulla carta. Inoltre, manca un coordinamento e un cronoprogramma operativo. L’Ufficio speciale amianto è stato di fatto smantellato e la Regione porta avanti le operazioni senza una strategia comune. I risultati di queste inefficienze ce li fornisce Legambiente: 22 mila tonnellate di amianto smaltite, una briciola rispetto al milione di tonnellate che si stima inquinino il territorio regionale”.
“Ho chiesto copia di tutte le relazioni che l’Ufficio Amianto ha prodotto in questi anni – aggiunge la deputata – e valuterò, se necessario, di proporre l’implementazione di risorse umane a disposizione dell’ufficio stesso. Devo far notare come fossero assenti oggi in audizione gli assessori competenti e ribadisco la volontà di convocarli in una successiva audizione, per capire come si possa giustificare così tanto ritardo nell’affrontare una materia di estrema importanza”, conclude Valentina Zafarana.