“La deputazione nazionale regionale del Movimento 5 Stelle è al fianco del sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano e della cittadinanza dell’area sud del Nisseno per rivendicare l’attivazione dell’UTIN, l’unità di terapia intensiva neonatale, presso l’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, letteralmente tagliata fuori dalla Regione, che pare voglia attivare tale reparto al Sant’Elia di Caltanissetta. Il governo Schifani riveda questa scelta. Mentre a Gela attendiamo da 15 anni e mentre sono stati impiegati oltre un milione di euro per l’acquisto dei macchinari e la sistemazione dei locali dalla Direzione Strategica dell’ASP di Caltanissetta ci dicono che manca il personale. Ma per Caltanissetta il personale si trova? Una decisione che dobbiamo scongiurare assolutamente”.
Lo dichiarano i senatori del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, Pietro Lorefice insieme al deputato regionale e vice presidente dell’ARS Nuccio Di Paola.
“Il nostro territorio purtroppo – aggiungono Damante, Lorefice e Di Paola – oltre ad avere una maggiore natalità, rispetto al nord del Nisseno, ha anche una maggiore incidenza di malformazioni neonatali, dovuta alle difficili condizioni ambientali. Non vorremmo che la notizia dell’attivazione dell’UTIN al Sant’Elia fosse fumo negli occhi per colmare altri disservizi che i nisseni giustamente sottolineano. La sanità va impostata nell’ottica di un servizio complessivo e ramificato sul territorio, senza divisioni territoriali. Tornando all’UTIN al Vittorio Emanuele di Gela, vi sono innumerevoli atti ispettivi, interventi ed uno stesso decreto regionale che ne prevede l’attivazione. Non capiamo quali possano essere le dinamiche che spingono la Direzione Strategica dell’ASP di Caltanissetta a questo punto ad escludere Gela ed il territorio, nonostante gli investimenti fatti, da questo servizio indispensabile per il mantenimento dei LEA. Rivolgiamo un appello anche ai sindaci del comprensorio sud a mettersi al fianco del sindaco Terenziano Di Stefano, per scongiurare uno scippo che riguarda l’intero territorio” – concludono.