Anche lo stipendio di febbraio dei deputati del Movimento Cinque Stelle, come promesso in campagna elettorale, è tornato in gran parte nelle casse dell’Ars. Ognuno dei quindici parlamentari M5S ha trattenuto soltanto 2500 euro, più i rimborsi spese (documentati).
Nelle casse di palazzo dei Normanni in questi giorni sono rientrati 76.673 euro. A questa somma vanno aggiunti circa 62.000 euro che sarebbero entrati a gennaio nelle tasche dei deputati se non vi avessero rinunciato a monte, e cioè le varie indennità di carica (totale 6.638 euro), il rimborso per il trasporto su gomma (7.000 euro circa) e quello per l’esercizio dell’attività parlamentare (47.700 euro).
Cresce pertanto il fondo destinato alle microimprese, che sfiora quota 280 mila euro (276.173 euro per la precisione). I quasi 77 mila euro restituiti in questi giorni dai deputati sono infatti “parcheggiati” nel conto corrente generale dell’Ars e confluiranno successivamente alla Regione, quando sarà approvata la legge di stabilità, per finanziare un progetto di microcredito destinato alle piccole imprese.
“A fine anno – commenta il capogruppo del Movimento, Giancarlo Cancelleri – si arriverà a sfiorare quota un milione di euro. E questa somma potrebbe anche essere maggiore, se a questo fondo confluiranno versamenti di altri politici, che finora, purtroppo, devo dirlo con grande amarezza, non sono arrivati”.
I deputati dell’Ars, comunque, potrebbero essere costretti a rinunciare “per legge” a parte dei loro emolumenti. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, attende che approdi in Aula il disegno di legge n. 97, presentato il 31 dicembre scorso, per la riduzione dei costi della politica, che prevede retribuzioni di 5.000 euro lorde a deputato, più un budget per le spese da rendicontare.
7 commenti
E’ del tutto evidente che nessuno degli altri parlamentari siciliani, Presidente compreso, rinuncerà a qualcosa!
Finchè i deputati 5S non useranno la loro forza per imporre certe scelte “spintanee” i privilegi resteranno
siete la forza x continuare a lottare , ciao a tutti dalla romagna
Continuate così, siete l’orgoglio di tutti quei siciliani che vogliono, non a parole, il cambiamento. Contattate i giornalisti dei tg e delle testate regionali denunciando il fatto che gli altri parlamentari siciliani non rinunciano a parte del loro stipendio, a differenza vostra. Fatelo ogni mese fino alla fine dell’anno. Cercate in tutti i modi possibili di far passare questo messaggio, non sperate di comunicarlo solo con il web.
Sul meetup di Siracusa a tal proposito ho proposto:
2) Le nostre imprese non solo sono soffocate dalle difficoltà di accesso al credito, ma anche dal consitente ritardo dei pagamenti da parte della PA, ritardi che ormai riescono a raggiungere e superare l’anno (a cui bisogna aggiungere il normale posticipo del pagamento, tipo 6 mesi dalla data di fatturazione). Anche questo crea (moltissima) difficoltà alla piccola e media impresa siciliana. Un impiego produttivo di queste somme potrebbe essere dunque il pagamento dei debiti della Regione, preferendo innanzi tutto i debiti verso fornitori siciliani, una boccata d’ossigeno immediata per le nostre imprese.
Finalmente gente che concepisce la politica al “servizio” dei cittadini. Credo che si possa iniziare a parlare di politica con la P maiuscola. Ciao
Salve, Ho letto dai vostri blog che aiutate le piccole medio imprese con il vostro fondo “micro credito ” ma come si può aderire a questo credito???? La mia azienda vorrebbe fare un piccolo investimento in ” green” cioè acquistare un nuovo macchinario che elimina tutti i prodotti chimici (sviluppi, fissaggi, pellicole ecc.) mi potete fare saper se ci rientro con il vostro fondo? Grazie
Mi chiamo Francesco Nicotra, lavoro e vivo a Fiumefreddo di Sicilia, simpatizzante del movimento (anche se non ho ancora piena dimestichezza dei meetup) che vede in questa opportunità la possibilità di partecipare finalmente alla vita politica della mia regione e del mio paese. Voglio fare i miei più vivi complimenti a chi ha voluto rappresentarci all’ARS ed anche in Parlamento, perché ne intuisco il senso di responsabilità che ciò implica, consapevole che la stessa responsabilità adesso deve toccarci tutti, perché siamo passati dalla delega al politico di turno, alla partecipazione in prima persona di ognuno di noi. Ho un’azienda che vende attrezzature per panifici, pasticcerie, gastronomie da più di 40 anni, (mio padre prima di me), sono da sempre stato vicino alle varie associazioni di categoria ed attualmente sono anche nel direttivo della locale associazione anti-racket ed anti-usura. La quotidiana lotta non è tanto quella di vendere ma quella di trovare gli strumenti per finanziare gli artigiani. Ho utilizzato lo strumento C.R.I.A.S. per i giovani imprenditori che hanno voluto intraprendere un’attività in questo settore. In un momento simile dove le banche “ridono in faccia” al giovane che vuole avviare una nuova azienda, la C.R.I.A.S. rimane (ad oggi) l’unico strumento che ti permette di finanziare le start-up.
Non bisogna continuare ad invogliare pseudo-imprenditori che non conoscono realmente il proprio mestiere ad “improvvisarsi” perché incoraggiati da lauti contributi in conto capitale che creano delle aziende che poi non sono in grado di crescere in un mercato così in crisi. Il vero artigiano non ha bisogno di contributi a fondo perduto per fare la sua bottega, serve solo che lo si aiuti a partire, perché sapendo fare veramente il suo lavoro difficilmente fallirà. Negli anni ho fornito, (pieno d’incredulità) consulenti, architetti, autotrasportatori, infermieri, che avevano creduto di saper fare il pane, od i biscotti e che grazie a pratiche di “sviluppo italia” (ora INVITALIA) o con vari finanziamenti in cui c’era prevista una grossa fetta di contributi a fondo perduto hanno avviato un’attività risultata poi fallimentare.
Il giovane che viene fuori dalla bottega artigiana che è riuscito ad imparare un mestiere ed è arrivato a mettere da parte qualcosa per fare un lavoro tutto suo, si è scelto una compagna in grado di condividere gli stessi sacrifici, non compra casa ma decide di scommettersi, trova una bottega dove lavorare e
deve:
– anticipare 6 mensilità al padrone della bottega;
– ristrutturare la bottega stessa nella parte muraria;
– preparare l’impianto elettrico,
– l’impianto gas,
– le canne fumarie con tutti i relativi progetti,
– ottenere il cambio di destinazione d’uso;
– fare tutti i corsi previsti per intraprendere la sua attività: abilitazione al REC, sicurezza, RSPP, anti-incendio, formazione personale, nomina medici del lavoro, HACCP, rilascio abilitazione sanitaria per se e per i dipendenti (ex libretto sanitario) ecc. ecc.
alla fine prima di venire da me ha già speso, se gli va bene, 20-25 mila euro, ma a questo punto, del preventivo delle attrezzature, che per una bottega artigiana nel mio settore va dai 50.000 ai 100.000 euro, la C.R.I.A.S. ti chiede il 25% più una serie di spese varie per circa il 4% del totale.
Per finire arriva l’aiuto dello stato, che a questo giovane che decide oggi di fare questa pazzia gli chiede il pizzo anticipato ossia pretende subito il suo 21% d’iva che poooi gli rimborserà negli anni.
Sono le problematiche VERE, REALI che un giovane artigiano incontra oggi per aprire la sua bottega, ma che non dobbiamo scordarci essere tra i pochi, oggi, ancora in grado di creare qualche posto di lavoro, SOPRATTUTTO IN SICILIA.
Fatte queste premesse qual’è l’idea geniale di Crocetta: eliminare Crias con Ircarc (cooperative) e destinare i pochi fondi ancora disponibili nel calderone politicizzato e subordinato alle banche di Irfis. Invitalia non si tocca! perchè non aggiustare le modalità di erogazione di Crias e lasciare l’istituto lì dov’è, con i suoi soldi. Perché abbandonare gli artigiani allo strozzinaggio delle banche quando può restare attivo un ente che non grava sulle spese della regione, che gli artigiani stessi hanno tanto lottato per avere e che l’Italia tutta ci invidia. Ho provato in tanti modi a dialogare con qualcuno del movimento in questi giorni, ma attendo di ricevere udienza per poter portare delle proposte fattive che possano valorizzare questo istituto.
Saluti. Francesco Nicotra.