(A cura di Simone Luca Reale) La questione dello smaltimento dei rifiuti diventa sempre più problematica, con picchi di drammaticità, specie nel meridione.
Sono i fatti degli ultimi anni che ci fanno dire che in Sicilia siamo di fronte ad una gestione assolutamente inefficiente e inefficace. Infatti, in diverse realtà, spesso minori, al crescere delle tariffe si è accompagnata una decrescita della qualità del servizio offerto.
Per cui, anche in questo ambito, abbiamo assistito al tipico paradosso italiano: costi esorbitanti, servizi spesso scadenti accompagnati dall’esperienza disastrosa delle Ato che, secondo quanto accertato, hanno accumulato debiti per circa 900 milioni di Euro.
Esperienza, quella delle Ato, che si concluderà entro il 30 settembre 2012 visto che dovranno essere sostituite dalle SRR, Società di regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti (una per provincia e una per le isole minori di Sicilia).
Le Srr saranno quindi gli interlocutori primari della Regione «nei procedimenti di approvazione, modifica ed aggiornamento del piano regionale dei rifiuti, nell’individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti». Inoltre la Srr «definisce le infrastrutture e la logistica necessaria per la raccolta differenziata».
Viste però le esperienze passate viene spontaneo chiedersi quale sarà la direzione verso cui si andrà.
Infatti, come abbiamo detto, quello dei rifiuti è un tema molto delicato e sono diversi i rapporti che raccontano le storie e i numeri degli assalti mafiosi all’ambiente. Gli assalti delle cosiddette Ecomafie. Un tema che quindi porta con sé un serio rischio di infiltrazioni mafiose.
A questo proposito siamo fermamente convinti che una Regione come la Regione Sicilia, debba impegnarsi nella direzione di un’operazione di pressione sul governo nazionale affinché, come da anni chiedono diverse associazioni e migliaia di cittadini, vi sia un parere favorevole ai disegni di legge che inseriscono i delitti ambientali nel codice penale e inaspriscono le sanzioni per gli inquinatori.
Per cui, anche nell’ambito dell’operazione SRR, è doveroso chiedersi se si tratterà ancora una volta di un’operazione di cartello che si collocherà nella sfera delle collusioni tra mafia ed apparati pubblici o se finalmente si andrà nella direzione di un’innovazione nella gestione del ciclo dei rifiuti.
A questo proposito nonostante il riconoscimento doveroso alla Presidenza della Regione che nel settembre 2011 ha siglato il programma per la realizzazione di 19 impianti per il trattamento finale della frazione organica, con uno stanziamento di 97 milioni di euro, dobbiamo far notare che sorgono notevoli dubbi in merito all’effettiva efficienza ed efficacia di tale progetto.
In Italia la media della frazione umida è di circa il 35%, mentre in Sicilia le percentuali variano fra il 25% ed il 45%, con una media del 31,37%. Dobbiamo quindi riconoscere l’importanza della costruzione di nuovi centri di compostaggio visto che l’organico è il rifiuto più problematico e visto che, ad esempio, l’organico prodotto a Palermo deve essere trattato a Marsala o ad Alcamo perché nel capoluogo siciliano non ci sono impianti.
Detto ciò, e riconosciuta tale importanza, dobbiamo però sottolineare che un piano di gestione dei rifiuti che sia veramente efficiente dovrebbe prevedere la realizzazione di impianti che siano predisposti ad accettare anche le frazioni secche.
A ciò va aggiunto che l’utilità di tali impianti di compostaggio risulta essere nulla se questa non è accompagnata da una contemporanea operazione culturale ed economica che vada nella direzione di una sensibilizzazione del cittadino rispetto alla raccolta differenziata. Infatti, da uno studio condotto dall’Istat, sulla base degli indicatori urbani 2010, in Sicilia il tasso di raccolta differenziata si attesta al 6%. Tra chi non raggiunge il 10% di raccolta differenziata ci sono ben 6 capoluoghi di provincia siciliani (Enna, Siracusa, Messina, Catania, Palermo ed Agrigento). In Sicilia la quantità di rifiuti conferita in discarica resta a livelli alti (88,9%).
Quindi dobbiamo dire che vanno bene gli impianti di compostaggio, ma quando manca un serio impegno che incentivi ed induca il cittadino a differenziare, la domanda sorge spontanea: a cosa servono questi impianti?
Il rischio è un notevole spreco di soldi pubblici.
Noi siamo invece fermamente convinti che si debba andare in una direzione che permetta di integrare la dimensione individuale con quella collettiva, perché c’è nei cittadini la percezione della mancanza di un sistema integrato di gestione dei rifiuti che rende difficile instaurare buone pratiche condivise.
Da quanto detto è facilmente comprensibile che tale tema nasconde delle insidie e dei pericoli se affrontato in modo inopportuno. Se invece esso verrà affrontato pensando al bene comune potrà rappresentare una seria opportunità di crescita e di rilancio dell’economia siciliana.
Infatti, da uno studio della Commissione Europea emerge che una corretta attuazione della legislazione in materia di rifiuti produrrebbe: un risparmio annuale di 72 milioni di euro, un incremento di 42 milioni di euro nei fatturati di chi gestisce e ricicla i rifiuti e la creazione di oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
Per cui riteniamo di fondamentale importanza un impegno che vada nella direzione di una gestione che sia efficiente ed efficace, una gestione che quindi porta con sé un’opposizione politica e culturale prima ancora che legale ai clientelismi, ai particolarismi e tutte le forme di mafia.
A tal proposito il nostro impegno sarà quello di perseguire una gestione che garantirà:
– Città più pulite e vivibili;
– Un freno allo sfruttamento delle risorse naturali;
– Un forte risparmio economico per i cittadini;
– un impegno concreto per combattere le ecomafie.
Quella dei rifiuti è una tematica generale ma che al tempo stesso prevede il pieno coinvolgimento del cittadino ed è per questo che riteniamo di fondamentale importanza una battaglia che vada nella direzione di una gestione integrata, innovativa, efficiente ed efficace.
Una battaglia che sentiamo di dover portare avanti con il massimo impegno.
Una battaglia fatta in nome dei cittadini.
Fonti: Banche dati isprambiente; Istat; Cursa
5 commenti
il problema dei rifiuti si risolve in due modi :
1) .Impianto di depurazione di Sjölunda, alimentato con scarti alimentari raccolti con un innovativo sistema di tubazioni nel quartiere ecosostenibile di Fullriggaren nella zona occidentale del porto di Malmö, con successiva depurazione ed immissione di biometano in rete. ( Bacheca messaggi Movimento 5 Stelle – Marsala ›) BIOGAS soluzioni ambientali innovative viaggio studio in Svezia Tour dal 7 al 9 agosto in Svezia.
2) la raccolta dei rifiuti deve avvenire obbligatoriamente passando per centri di raccolta organizzati presso i supermercati e presso le stazioni di servizio , luoghi che siamo costretti a frequentare almeno due tre volte a settimana, ovviamente garantendo agli esercenti che lo faranno uno sconto sostanziale sull’imposta annuale , ed ai cittadini un premio da convertire in acquisti presso l’esercente stesso, chi non aderirà ( esercenti – cittadini ) dovrà pagare almeno il doppio rispetto a l canone vigente .
Assolutamente concorde con quanto scritto !!! 😉
Perchè nessuno suggerisce di agire e modificare i cicli di confezionamento e imballaggio industriale? Se ben ricordo circa 30/35 anni fa tantissimi prodotti si vendevano sfusi e le bottiglie erano di vetro per essere riutilizzate. La raccolta differenziata non è sostenibile economicamente per la società, quindi, è necessario spostare il problema nei cicli produttivi dell’industria.
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Con il ricupero dei rifiuti si possono creare posti di lavoro in piccole realtà sul territorio di artigiani
selezione ,impiego materiale plastico triturato con apposita machina ,con il granulare ricavato si producono
tubi in plastica x irrigazioni a goccia x giardini e campi IL ricupero della carta .il ricupero del legno si presta ha
creare sacchi di pales” x il riscaldamento della casa ,rifiuti x fare il concime, ecc ecc