U dissi e u fici
nuddu ccì cridìa
passau u strittu
natannu, natannuparìa un pisci
ma nun iera Cola
e nun sapìa
chi ia circannuappena misi pedi
‘nta sta terra
si misi a curriri
comi un forsennatumissina
ragusa
agrigentu
no tiimpu i nenti
savià furriatupurtava la spiranza
mmienzu a genti
diciinnuci:
vata struvigghiari
ca finalmenti
arrivau l’ura
di sti politicanti
vata liberari‘n ogni paisi
dunni si firmava
li chiazzi
chini chini li truvavaon certu puntu
iddu s’addummanau :
tutta sta genti
cu iè chi la purtau?Na vuci ca parià
di lu Signuri
ccì arrispunnìu:
Pippuzzu u Sarvaturi—
Bartolomeo Gugliuzza
6 commenti
…bellissimi versi, davvero!!! …e certo Beppe Grillo ha il merito di essersi messo in gioco e speso per le sue idee, e di aver risvegliato tantissimi e raccolto le masse.
Leggendo questi versi, mi è sorta questa riflessione che condivido con voi:
…saremmo degli ingrati e vanificheremmo, impoverendolo del suo significato più profondo, anche l’impegno di Beppe Grillo e quello di tanti che si impegnano e si impegneranno, ispirati e contagiati dal suo entusiasmo, qualora, dopo aver votato M5S, non ci sentissimo chiamati dalla nostra coscienza a metterci in gioco e a spenderci in prima persona per le nostre idee, per il cambiamento, per il bene comune… sia che a governarci sarà il M5S, sia che sarà qualche altro gruppo…
Il nostro impegno di cittadini, la nostra partecipazione attiva, dovrà esserci comunque, sopratutto nel territorio e negli ambienti in cui viviamo e agiamo; le soluzioni, le risposte, non piovono dall’alto, ma dobbiamo cercarle, trovarle insieme e con partecipazione alla vita Sociale.
Solo questo tipo di impegno e di partecipazione diffusa e consapevole può rendere possibile un cambiamento vero ed incisivo.
Poesia Siciliana per Grillo
U dissi e u fici L’ ha detto e l’ ha fatto
nuddu ccì cridìa nessuno ci credeva
passau u strittu ha passato lo stretto
natannu, natannu nuotando nuotando
parìa un pisci sembrava un pesce
ma nun iera Cola ma non era Cola (Cola pesce è una leggenda siciliana)
e nun sapìa e non sapeva
chi ia circannu cosa andava cercando
appena misi pedi appena ha messo piede
‘nta sta terra in questa terra
si misi a curriri si è messo a correre
comi un forsennatu come un forsennato
missina Messina
ragusa Ragusa
agrigentu Agrigento
no tiimpu i nenti in poco tempo
savià furriatu si era girato
purtava la spiranza portava la speranza
mmienzu a genti in mezzo alla gente
diciinnuci: dicendo loro:
vata struvigghiari dovete svegliarvi
ca finalmente che finalmente
arrivau l’ura arriva l’ora
di sti politicanti di questi politicanti
vata liberari dovete liberarvi
‘n ogni paisi in ogni paese
dunni si firmava dove si fermava
li chiazzi le piazze
chini chini li truvava piene piene trovava
on certu puntu a un certo punto
iddu s’addummanau : lui si è chiesto:
tutta sta genti tutta questa gente
cu iè chi la purtau? Chi è che l’ha portata?
Na vuci ca parià una voce che pareva
di lu Signuri del signore
ccì arrispunnìu: gli ha risposto:
Pippuzzu u Sarvaturi Beppe il Salvatore
—
Bartolomeo Gugliuzza
Prendo terribilmente sul serio la tragica situazione della Sicilia e addebito sempre le condizioni di un popolo al medesimo. Ora, se c’è una caratteristica propria ai siciliani è il non sentirsi mai responsabili di quello che hanno, come tutto venisse da una Entità altra onnipotente e indiscutibile. Carattere che ha un rapporto di causa-effetto biunivoco con l’ignoranza (non serve studiare se un dio pensa per o contro di me). Conseguentemente solo un dio può toglierli dai guai.
E’ ovvio che la poesia è “poesia”, ma questa è proprio siciliana. Se è ironica non se ne coglie questo lato, se no rappresenta quanto ho detto sopra e non mi piace. Il M5s non conta sui “salvatori”, almeno non mi era parso, altrimenti è un disastro peggiore dei farabutti per i quali ci troviamo nella situazione attuale. Teniamo conto che siamo come in guerra, non possiamo abbassare la guardia, cerchiamo di essere coerenti nell’attivare pensieri di autonomia, responsabilità personale e competenze ed evitiamo di colludere con la parte “malata” dei siciliani.
Non voglio essere troppo critica, ma lo è la situazione siciliana che per adesso non consente di distrarsi granchè.
Condivido la tua tesi e aggiungo che i siciliani (almeno in questi ultimi decenni) non sono maturi affatto per sovraccaricarsi di alcuna responsabilità nello stabilire posizioni di coscienza per costruire un futuro, non tanto per loro, ma se non altro per i posteri! Così arriva un Beppe Grillo dal mare……..e tutti……bravo!…..bravo! Ma vi rendete conto che il siciliano è retorico, patetico, enfatico e forse un poco cretino? Non fa altro che con la sua negligenza puerile ricalca la storia di 150 anni fa quando il Garibaldi sbarca nell’isola “dei porci” e poi ti consegna ad un Monarca.
Il siciliano ha perso la sua identità. Se fosse venuto Putin a nuoto sarebbe stata la stessa cosa poichè la nostra ospitalità è ormai cosa nota al mondo e ci sentiamo pure orgogliosi di questo; oltre all’identità perdiamo pure la ragione ed è sconfortante tant’è che i risultati dell’astensionismo ci devono fare molto riflettere e capire chi veramente siamo!
Bella poesia e buon Siciliano (di che parte è?). Fa piacere vedere che valutiate il siciliano come una lingua da valorizzare e non come una piaga infetta da esterirpare.
Lonqa kampata aa Sicilia 😉
la poesia è poesia
e non è per tutti