Il primo confronto fra i candidati sindaci per il Comune di Ragusa, organizzato presso i locali del “Circolo Nuovo”, si è svolto in un clima di serietà e di inequivocabile attenzione da parte dei cittadini presenti, molti dei quali, unico neo della serata, simpatizzanti delle liste in appoggio ai candidati stessi.
Le modalità dell’approfondimento hanno consentito tuttavia il dispiegarsi delle varie linee politiche e dei vari aspetti su cui poggiano i programmi degli schieramenti.
Fin dall’inizio sono apparse esplicite le debolezze e gli entusiasmi dei singoli candidati. Già dal tema di apertura dell’incontro, ovvero le possibili strategie ed alleanze in caso di ballottaggio, sono emerse chiaramente le vicinanze programmatiche, che ci piace considerare reciproche, del Movimento 5 Stelle nei confronti di Iacono e di Platania e, viceversa, le distanze abissali con Cosentini e con l’ex deputato ed ex-presidente della provincia, Antoci.
Durante la trattazione dei temi successivi: le misure nei primi 100 giorni di governo, le questioni legate al bilancio e allo stato di salute finanziario dell’ente comunale, i livelli di raccolta differenziata e l’università, il pubblico ha potuto notare la debolezza delle argomentazioni di Cosentini a giustificazione dell’azione della precedente giunta retta da Nello Dipasquale ed i tanti “giri di parole” di Antoci; mugugni e dissidi si sono più volte indirizzati verso i “vecchi baroni della politica ragusana”.
Piccitto ha più volte ribaltato l’andazzo molliccio del confronto, in due occasioni in particolare: dapprima ha puntato l’indice sul “farfugliare” incomprensibile di Cosentini sottolineando che lo slogan “molto resta da fare” rappresenta un’autodenuncia dell’amministrazione uscente, rea di aver abbandonato anzitempo la città per le ambizioni personali dell’ex primo cittadino, e alla fine del suo secondo intervento ha “smontato” con destrezza l’aureola dell’affidabilità “anziana” dell’intramontabile Antoci.
Schietta e ad effetto anche l’altra osservazione di Piccitto sul “copia incolla” dei punti programmatici del Movimento 5 Stelle nazionale e ragusano che Cosentini attua da almeno 4 mesi parlando di Democrazia Partecipata, di Gruppi di Lavoro, di “taglio ai costi della politica”, di sviluppo sostenibile, di tutela del territorio, per poi dimenticare con nonchalance le proprie responsabilità politiche in merito all’inquinamento delle falde e la conseguente emergenza idrica in città, sul mancato avvio dell’impianto di compostaggio, sulla “tragica” cementificazione di gran parte del nostro patrimonio paesaggistico ibleo, tanto decantato da agenzie viaggi nazionali e compagnie turistiche straniere.
Piccitto, nell’intervento finale, ha quindi ribadito la necessità di pensare per la città soluzioni, allo stesso tempo, ambiziose e innovative, che solo un modo “diversamente sincero di fare politica” può concretizzare.
Il 9 e il 10 giugno i ragusani, finalmente, non saranno costretti ancora una volta ad optare semplicemente per il male minore; potranno esprimere chiaramente il proprio voto utile per un rinnovamento radicale che faccia voltare definitivamente pagina alle sorti della nostra cara Città.