Consideriamo fuori luogo il trionfalismo e le esternazioni di soddisfazione da parte dell’ex sindaco di Ragusa su una vicenda sulla quale avrebbe fatto bene a stendere un velo pietoso dato che, malgrado le dichiarazioni, la criticità della situazione era nota alla sua amministrazione sin dal 2010 e non si riesce obiettivamente a cogliere alcun tratto di “velocità” o di “determinazione” nella risoluzione dell’emergenza che è stata pagata interamente dai cittadini ragusani. Stimiamo infatti in circa 3 milioni di euro il costo totale a carico delle famiglie ragusane per il rifornimento con autobotti private in questi mesi, soldi spesi a causa della superficialità dimostrata da alcuni dirigenti e consulenti del comune con in testa il super esperto in acqua.
Già ai primi di Febbraio quando si scoprì la presenza del Cryptosporidium nell’acqua si sarebbe potuto provvedere subito ad istallare il tanto decantato impianto di potabilizzazione con biossido di cloro; sarebbe infatti bastato documentarsi andando sul sito dell’E.P.A. degli Stati Uniti oppure su quello più vicino dell’Istituto Superiore di Sanità.
La domanda quindi che i cittadini si fanno banalmente è: perché si è aspettato 3 mesi per adottare tale soluzione? Come al solito gli unici a pagare sono stati i cittadini; adesso però ci si risparmi almeno la beffa e la strumentalizzazione della vicenda per scopi elettorali.