Il parlamentare M5S all’Ars evidenzia l’importanza dell’interrogazione presentata sul tema alla commissione Trasporti della Camera dal deputato Francesco D’Uva, che ha chiesto lumi sul destino della tratta Messina-Reggio Calabria.
“Chiarezza sulle intenzioni del Ministero dei Trasporti sulla convenzione con Metromare”.
La chiede il deputato M5S all’Ars Valentina Zafarana, all’indomani della presentazione di una interrogazione presentata alla commissione Trasporti della Camera dal deputato Francesco D’ Uva sul destino del rapporto col consorzio di navigazione che assicura i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria.
L’atto parlamentare di D’Uva – afferma Valentina Zafarana – oltre che dovuto è importantissimo per capire il reale interesse del Ministero nei confronti di alcuni diritti fondamentali del popolo siciliano ed in particolare messinese. Condividiamo, infatti, le preoccupazioni espresse dal sindacato Orsa in merito alle ricadute occupazionali che può avere un mancato rinnovo nel pieno delle sue potenzialità della convenzione fra il Ministero stesso ed il consorzio Metromare”.
“Non vorremmo – continua Zafarana – che il destino del consorzio si inserisse nella strategia, fin troppo evidente ormai, di totale disimpegno da parte di RFI nei confronti dell’area dello Stretto di Messina, atteggiamento che sta arrecando gravissimi danni a tanti settori della nostra società, in primis quello occupazionale, arrivando persino a ledere il principio di continuità territoriale e i diritti al lavoro e allo studio di migliaia di pendolari dello Stretto, messi in forse dal paventato abbandono della tratta da e per Reggio Calabria, ripristinata all’ultimo istante per far fronte alla cosiddetta <<emergenza estiva>> citata nel decreto, ma dal nebuloso futuro per i mesi successivi”.
“ E tutto ciò – conclude Zafarana – a vantaggio di privati che, nel silenzio generale, hanno acquisito una posizione di monopolio per un servizio che, per definizione, dovrebbe essere pubblico e garantito in forma stabile, continuativa ed efficiente. Adesso, anche alla luce delle recenti iniziative dell’Antitrust, ci chiediamo se questo vantaggio sia stato davvero, come vogliamo credere, un effetto collaterale di una politica miope e insensata, o piuttosto il frutto di una strategia scientificamente studiata a tavolino, ad unico danno della collettività”.