Palmeri: “Sul crack di Acque Potabili Siciliane pesano le scelte fatte per interessi politici e non in un’ottica tecnica. Sulla questione da 40 giorni abbiamo presentato all’Ars atti mai presi in considerazione”.
“Un fallimento annunciato e davanti al quale tutti si sono girati dall’altra parte“. E’ durissimo il commento del Movimento 5 Stelle sulla questione Aps (Acque Potabili Siciliane) che rischia di lasciare a secco 52 comuni del Palermitano e a casa più di 200 persone. La faccenda è sbarcata ieri in audizione all’Ars e oggi sulla stampa, che rilancia notizie di probabili soluzioni tramite la gestione dell’Eas.
“E’ tutto nebuloso e anche poco credibile. Non ci pare – afferma Valentina Palmeri – che l’Eas abbia la solidità finanziaria e liquidità per sobbarcarsi questo compito. Di certo c’è il fatto che la politica finora ha fatto orecchie da mercante e operato scelte dettate da qualsiasi motivazione al di fuori che da logiche tecniche. Quaranta giorni fa sulla faccenda abbiamo presentato all’Ars una mozione e un ordine del giorno urgenti per portare il problema davanti al Parlamento, ma i nostri atti non sono mai sbarcati in Aula. Intanto è indispensabile che, prima di creare il nuovo soggetto transitorio che gestisca il servizio, si tutelino i 200 lavoratori di Aps, che la Provincia di Palermo assuma la gestione del servizio idrico e che si attivi la procedura d’urgenza all’Ars per l’approvazione della nuova legge di riordino del settore idrico in Sicilia“.
Gli atti parlamentari presentati all’Ars dai quattordici deputati Cinque Stelle, tra le altre cose, mirano a mantenere un unico gestore che massimizzi le economie di scala e minimizzi i costi, a realizzare un unico ATO idrico che favorisca la solidarietà tra comuni ricchi e comuni più poveri, sia in termini di risorsa idrica che di risorse finanziarie, alla revisione del piano d’ambito, con verifica dei reali investimenti necessari e a un piano straordinario di depurazione e qualità delle acque da stralciare dal piano d’ambito e da finanziare con la fiscalità generale. Si punta inoltre all’acquisizione di Aps a patrimonio regionale e alla trasformazione della stessa in ente di diritto pubblico, alla salvaguardia dei livelli occupazionali e delle professionalità tecniche acquisite e alla rinegoziazione delle tariffe dell’acqua all’ingrosso.
“Le scelte politiche, piuttosto che quelle tecniche – afferma Palmeri – hanno portato a un irragionevole processo di riordino del servizio idrico integrato della provincia di Palermo e, quindi, al tragico epilogo per Aps, che ora richiede un intervento urgente e dall’alto. Sono passati mesi senza alcuna vera intenzione di trovare una soluzione nella scelta di un nuovo unico ente gestore pubblico per il servizio idrico integrato di Palermo in grado di garantire, al contempo, efficacia, efficienza ed equilibrio economico. La responsabilità politica maggiore è dei sindaci (Orlando in testa) che hanno reti idriche efficienti e la risorsa acqua e di fatto hanno scelto di non raggiungere alcuna nuova soluzione transitoria, se non la gestione comunale, rinviando ogni decisione in merito, non tenendo conto delle necessità generali e di solidarietà tra cittadini dell’intera provincia di Palermo. Adesso, nell’augurarci vivamente che la disciplina del nuovo ddl sul servizio idrico integrato non incontri ulteriori ostacoli o rallentamenti in Commissione Bilancio ed in Aula, e nel frattempo che i nostri atti seguano il loro corso, chiediamo che il Governo prenda in mano la cosa urgentemente per una gestione provvisoria del servizio idrico integrato nel palermitano“.