Ed alla fine hanno gettato la maschera. Oramai l’arroganza del potere costituito non ha più limiti e viene esercitata alla luce del sole. Tra l’altro, c’è da meravigliarsi, in un paese in cui Presidenti del Consiglio e Ministri della Giustizia pensano bene di dover interferire nelle questione pubbliche per delle vicende personali? Ma veniamo ai fatti.
Era il 6 dicembre 2012 (il giorno seguente al giuramento all’ARS) quando il portavoce siracusano all’ARS del M5S, Stefano Zito, ha consegnato la prima richiesta di accesso agli atti, evento immortalato nella foto che segue ( foto www.siracusa5stelle.it).
Da quel giorno il Deputato, in qualità di vicepresidente della Commissione Sanità, ha esercitato il suo mandato facendo quello che in qualunque parte del mondo sarebbe normale. Ha chiesto degli atti all’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa. Anche perché, tra i poteri di un parlamentare regionale siciliano c’è quello di richiedere a sua discrezione tutta la documentazione che nell’esercizio delle proprie funzioni ritiene utile e necessaria.
La reazione dell’ASP? Apriti cielo! Dopo solo 11 mesi dalle prime richieste (complimenti, comunque, per la solerzia) il commissario straordinario Mario Zappia e il direttore sanitario Anselmo Madeddu rispondono così: “la copiosa, incessante, sistematica e senza precedenti sequenza di accesso atti, esercitata senza soluzione di continuità sin dal suo insediamento, che non trova precedenti nella storia di questa azienda, sta mettendo davvero a dura prova gli uffici, ormai impegnati da mesi in una estenuante ricerca di atti e di elaborazione dati che rischia di intralciare le attività istituzionali ed il buon andamento della pubblica amministrazione”.
A dura prova? Estenuante ricerca di atti? Verrebbe da chiedersi come Lorsignori hanno organizzato i propri archivi nell’epoca dei computer.
Insomma, si rifiutano di far conoscere certi atti perché non vi sono abituati (“Senza precedenti”). Inoltre, i signori Zappia e Madeddu, novelli giureconsulti, decidono autonomamente di reinterpretare le norme vigenti. Negano l’accesso agli atti, come si evince da una loro nota successiva, perché da soli ritengono che le richieste dell’on. Zito “esulano dal dettato normativo e giurisprudenziale” – sono, insomma, diventati anche giudici. Come ulteriore motivazione per non concedere degli atti essi aggiungono che “peraltro non si comprende lo scopo” delle richieste. Ci dispiace deluderli, ma il fatto che loro non capiscano, non significa che una richiesta non possa essere legittima ed importante.
Per concludere, Zito viene simpaticamente paragonato ad un novello Torquemada, laddove i dirigenti dell’ASP affermano che “l’onorevole non ha un potere inquisitorio”. Però la cittadinanza può stare tranquilla, perché nella stessa nota l’ASP Siracusa assicura che essa non ha nulla da nascondere. E meno male! Se non saranno date le opportune risposte, faremo quanto possibile per far comprendere a questi signori cosa ne pensiamo del loro modo di gestire la cosa pubblica. Fornire un servizio alla cittadinanza non significa esercitare un potere e forse è ora che qualcuno faccia capire a certi dirigenti quale è la differenza!