Risorge dalle ceneri il progetto dello Biostabilizzatore in località Pace.
A Messina risorge inaspettatamente il progetto del Biostabilizzatore in località Pace, all’epoca (2009) stoppato dallo stesso sindaco Buzzanca, progetto già a suo tempo ampiamente contestato da più parti, poi finito nel dimenticatoio e ora di imminente realizzazione a dispetto di logica e norme vigenti. E’ incredibile ma vero come, sia l’ambientazione che gli attori protagonisti, siano ad oggi pressappoco gli stessi: Pace e la sua ZPS fanno da sfondo alla voglia incontrollata da parte dell’Amministrazione regionale (diversa???), di Messinambiente e dell’amministrazione locale (diversa???) di costruire una zona di trattamento e smaltimento dell’indifferenziato messinese. Biostabilizzatore dicono “loro”, forse perché Bio- fa apparire “buona” qualsiasi cosa…anche una discarica. L’inquietudine nasce, o meglio cresce, nel vedere come un attore protagonista nel 2009 al tempo esponente di punta di Legambiente Messina ed oggi Assessore all’Ambiente del Comune, Daniele Ialacqua, si trovi improvvisamente dalla parte dei promotori e non più degli osteggiatori (accaniti sottolineiamo) del progetto.
Per essere brevi, chiari e puntuali l’impianto proposto separa in entrata (alla bene e meglio) la parte organica sporca dal restante indifferenziato; questa viene “biostabilizzata” trasformadola in FOS (frazione organica stabilizzata) utile quasi esclusivamente come coperchio per discariche dismesse (ma per legge non per vezzo). E il nostro indifferenziato? Verrebbe trattato da un fantomatico impianto di selezione per raccogliere con percentuali molto basse metalli magnetici e piccole frazioni di plastiche leggere. E questo servirebbe al tanto pubblicizzato aumento di raccolta differenziata (RD). I problemi nascono però subito, e sono problemi numerici: se è vero (ed il beneficio del dubbio lo lasciamo) che Messina raggiungerà percentuali di RD del 50% in un paio d’anni (e la Delibera 20/12/2013 n.83 “Rifiuti Zero” approvata dal Consiglio Comunale pare essere chiara) la domanda è “Perchè costruire un impianto (pronto non prima di fine 2015) con un tonnellaggio pari a 300 ton/g quando la produzione di Messina è di 280 ton/g con RD praticamente a zero?”. Stando alla delibera nel 2016 saremo sulle 150 ton/g di indifferenziata. Perchè tutta questa fretta nel far resuscitare questo progetto? Chi sono i beneficiari di tale finanziamento (20 milioncini di euro) ed in quale capitolo di bilancio è previsto? Perchè non si è deciso di pretendere ciò che ci spetta dalla Regione, magari sbattendo i famosi pugni sul tavolo piuttosto che rimanere passivi alle volontà “palermitane”, premendo affinchè l’utilizzo dei fondi fosse mirato esclusivamente all’evoluzione dello stato, quasi inesistente, di RD in Città, attuando così una politica dei piccoli passi? L’impianto come detto sarà pronto tra non meno di 2 anni (se tutto fila liscio), durante i quali sarà necessario avvalersi comunque di un’altra discarica (presumibilmente Motta S. Anastasia). Nel frattempo si potrebbe sfruttare al massimo l’impianto (sempre a Pace) da 100 tonnellate per il trattamento del differenziato multi materiale; per fare ciò il Comune si potrebbe impegnare, soprattutto socialmente, per far si che tutti i messinesi differenzino: spazi pubblicitari sui giornali, TV e internet, agorà in piazza, sistemazione delle bilance per il peso dei rifiuti nelle isole ecologiche, stipula di convenzioni con le cooperative di riciclo dei materiali post consumo, impianti di compostaggio a cumuli rivoltati, acquisto di compostiere domestiche per portare il compostaggio alla portata di tutti, incentivazione dell’imprenditoria legata al riciclo, emanazione di una delibera per obbligare il compostaggio domestico ai possessori di ampi giardini ecc..E’ chiaro ormai che stiamo parlando di una volontà chiara di costruire una discarica, con raccolta e trattamento del percolato, non di intervento esente da qualsivoglia ripercussione sull’ambiente come si vuole ancora oggi far credere nel quasi silenzio generale, o peggio ancora accostando tale progetto alla strategia Rifiuti Zero ed al nome di Paul Connett!
Ravvisiamo che nel Decreto del Responsabile del Servizio m.886 del 13 agosto 2009 e il DDG n. 458 del 13 luglio 2010, si sono rilevate diverse incongruenze relativamente alla procedura di Valutazione di Incidenza, che saranno oggetto di imminente segnalazione agli organi preposti. Si ricorda infatti che si tratterebbe di intervento in Zona a Protezione Speciale (ZPS), esplicitamente vietato dal DM del 17 ottobre 2007, e le forzature utilizzate per autorizzarlo comunque, sono – se confermate – estremamente gravi e dal certo e drammatico impatto ambientale. Ciò che preoccupa fortemente è, ad esempio, la similitudine tra ciò che potrebbe accadere a Messina e ciò che sta accadendo in Puglia e precisamente a Corigliano D’Otranto dove un impianto “discarica-biostabilizzatore” rischia di inquinare le falde acquifere e sul quale già pende un esposto da Strasburgo. Esistono comunque molti esempi di Città, più o meno grandi, nelle quali l’avvento di tali impianti fu accolto come salvifico per la gestione e l’implementazione della raccolta differenziata e che, invece, si è tramutato in boomerang che ha azzerato le percentuali della stessa a favore di un indifferenziato sempre più selvaggio.
Per gli attivisti del MoVimento 5 Stelle Messina – Grilli dello Stretto, ciò che è facile comprendere è che se la visione globale a servizio del Cittadino e avversaria delle vecchie logiche di spartizione del (poco) denaro pubblico diverrà realtà lasalute diffusa si contrapporrà a insalubrità localizzata, la coscienza civile si contrapporrà all’ignoranza ambientale, la ricchezza diffusa si contrapporrà alla ricchezza di un singolo, da distruttori della biosfera ne diverremo finalmente difensori. La malapolitica si trasformerà definitivamente in Politica.
1 commento
Non voglio pagare la tares fino a che il comune di messina non adotta la strategia rifiuti zero