Catania – Lunedì 10 febbraio 2014
Ieri sera grande partecipazione di pubblico, presso il teatro Carlo Alberto Dalla Chiesa di San Gregorio (CT), in occasione dell’ incontro dibattito sulla “Legge Elettorale”. Il Dottor Marco Podetta, staff M5S commissione Affari Istituzionali della camera e la deputata Giulia Grillo, portavoce alla camera dei deputati , hanno intrattenuto una sala ordinata e stracolma di pubblico interessato sul tema.
Molti gli interventi dei presenti a testimonianza del grande interesse dell’opinione pubblica su un argomento attualmente controverso e quanto mai delicato.
Giulia Grillo si è soffermata molto sulla incostituzionalità del nuovo premio di maggioranza e dello sbarramento al 5,1% dei partiti che entrano in coalizione. Il M5S, ha come colonna portante politica la negazione di qualunque tipo di apparentamento, ma la proposta ITALICUM, creata al di fuori dei palazzi della politica, nei fatti nega la rappresentanza a tutti i partiti che non superano la soglia di sbarramento e favorisce solo i grandi partiti a discapito dei più piccoli, creando in futuro uno stato amministrato da forze partitiche di tipo egemonico che negano la rappresentatività popolare. Questa legge di fatto, privilegia quasi esclusivamente i due più grandi partiti d’Italia: il Partito Democratico e Forza Italia.
Tra i tanti interventi, significativo quello di Mariano Ferro, rappresentante de “I forconi” che ha richiesto azioni forti da parte del Movimento 5 Stelle a supporto delle iniziative di dissenso popolare portate avanti dalla sua associazione. Ha sollevando, per altro, il dubbio che l’ultima azione di protesta alla camera e la richiesta di messa in Stato di Accusa del presidente della Repubblica, siano state delle forme di mera propaganda elettorale. La risposta della deputata Giulia Grillo non si è fatta attendere e, dopo aver escluso categoricamente ogni azione violenta del Movimento , ha contrattaccato sottolineando che qualunque forma di dissenso popolare è mancata negli ultimi 70 anni in Italia e che la forte protesta del movimento in Parlamento non aveva scopi elettorali ma unicamente di difesa della legalità democratica e del patrimonio pubblico della Banca d’Italia per evitare la cessione di 7,5 miliardi alle banche private. Ha sottolineato l’assenza e l’indifferenza popolare collettiva nello sfascio partitico-istituzionale, aggiungendo che l’unico modo per poter combattere un ormai ovvio disordine istituzionale,è porre le basi democratiche col rispetto delle regole per crearne uno nuovo e popolare. Le masse , nella loro pluralità, debbono interessarsi di politica, pacificamente, a favore della rinascita dei loro territori, in contrapposizione a questo stato amministrato da un sistema partitico ormai morente.