Alla luce delle recenti vicende che hanno colpito gravemente la Città, con costernazione prendiamo atto che Il Comune di Lentini non può più continuare ad essere guidato dall’attuale amministrazione, non essendo questa in grado di affrontare le criticità, né sul piano dell’indirizzo politico-amministrativo, né sul piano della programmazione economico-gestionale, condannando l’Ente e la Città ad una situazione di sempre più grave difficoltà che coinvolge tutti i cittadini, inclusi i dipendenti comunali e le forze sociali e produttive di Lentini.
Riteniamo che questa amministrazione abbia più volte dimostrato la sua inadeguatezza ad affrontare correttamente le numerose cause civili le quali hanno causato la situazione di palese dissesto economico-finanziario e che hanno portato addirittura il giudice amministrativo a bloccare la tesoreria per l’erogazione dei pagamenti.
L’amministrazione ha dimostrato superficialità e inadeguatezza persino di fronte alla necessità di attingere a prestiti al fine di garantire la regolare erogazione degli stipendi ai propri dipendenti, chiedendo clamorosamente in ritardo l’accensione del Mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti che avrebbe permesso di far prendere un po’ di respiro alle casse comunali.
Per quanto sopra, vista in sintesi l’evidente situazione attuale di oggettiva incapacità da parte dell’attuale amministrazione comunale di Lentini a:
– mantenere i conti in ordine;
– programmare piani di risanamento efficaci;
– dare direttive concrete per lo sviluppo ed il miglioramento della vita dei suoi cittadini e dell’economia della comunità;
– adempiere alla direttiva Europea che pone l’obbligo a partire dal 2012 di raggiungere almeno il 65% di raccolta differenziata;
– mantenere il giusto decoro alla città ed ai suoi beni immobili;
– Promuovere, garantire e tutelare il patrimonio artistico e culturale;
– Prendersi insomma cura, in svariati ambiti di servizio, con competenza e con metodi e strumenti efficaci e puntuali, della città e di tutti i suoi cittadini.
Abbiamo preso coscienza che l’unica azione attuabile a beneficio della città è quella di proporre al consiglio comunale la redazione di una mozione atta a sfiduciare Sindaco e giunta in modo da restituire il paese alle urne nella speranza che i cittadini sappiano ben scegliere (almeno questa volta) chi sarà in grado di guidarli fuori dalla situazione che il comune si troverà ad affrontare nei prossimi anni.
Annunciamo ai cittadini l’intenzione di proporre al massimo consesso civico di procedere con la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale amministrazione, prendendo atto di quale volontà e consenso mostrerà di avere la cittadinanza riguardo questa nostra iniziativa, agendo tramite lo strumento della proposta di deliberazione recante la richiesta di inserimento all’ordine del giorno di una istanza con la quale “si impegnano i consiglieri di Lentini a presentare nel più breve tempo possibile la suddetta mozione di sfiducia motivata”.
Renderemo noto al più presto le date ed i luoghi ove i Cittadini potranno apporre la loro firma a sostegno della mozione di sfiducia all’attuale amministrazione.
1 commento
Come può oggi il Sindaco Mangiameli proclamarsi paladino dei dipendenti comunali e degli interessi pubblici?
I dipendenti comunali erano già tutelati da una norma dello Stato (l’art. 159 del d.lgs. 267/2000) che consente di dichiarare impignorabili le somme dell’ente locale destinate ai servizi essenziali (inclusi gli stipendi).
Sennonchè, nel 2003 la Corte Costituzionale ha (giustamente) chiarito che il vincolo decade se l’ente, dopo il pignoramento, eroga somme per spese non essenziali, senza rispettare l’ordine cronologico delle fatture.
Il creditore ha fatto rilevare che questo non è accaduto e ora ci troviamo in questa grave situazione.
In altre parole, nessuno avrebbe potuto pignorare le somme destinate agli stipendi e ai servizi essenziali, se gli amministratori del Comune avessero rispettato il principio affermato dalla Corte Costituzionale.
Il Giudice dell’esecuzione non ha potuto fare altro che prendere atto di tale violazione e addossare al Tribunale responsabilità proprie dell’amministrazione appare paradossale.
Nel frattempo, sono maturati circa € 1.400,000,00 di interessi ed il creditore, all’inizio di febbraio, ha chiesto al Tribunale di Siracusa la condanna del Comune al pagamento degli interessi sugli interessi, certamente dovuti ai sensi dell’art. 1283 c.c..
Il Sindaco dovrebbe quindi spiegarci: 1) perché l’amministrazione non ha rispettato l’ordine cronologico dei pagamenti, causando il pignoramento delle somme destinate ai servizi essenziali e agli stipendi?; 2) perché non sono state promosse le tempestive azioni nei confronti delle cooperative edilizie che hanno costruito sui terreni e avrebbero dovuto versare al Comune le somme per soddisfare il creditore?; 3) perché l’amministrazione ha atteso il dicembre del 2013 per riconoscere il debito fuori bilancio, malgrado la sentenza esecutiva della Corte d’Appello di Catania sia stata notificata nel 2008, impedendo di accedere alle risorse per il pagamento del debito (d.l. 35/2013)?; 4) perché in occasione del Consiglio Comunale del 20.12.2012, in cui doveva essere riconosciuto il debito fuori bilancio, erano assenti ben otto consiglieri, dei dodici che costituivano la Sua maggioranza?