La deputata 5 Stelle La Rocca: “Nel triennio 2010-2012 la previsione di entrata annuale era pari a 900 mila euro; di contro, le entrate effettive registrate sono state, rispettivamente, di 480 mila, 291 mila e 279 mila euro l’anno”.
“Acque minerali in Sicilia, troppe le incongruenze tra le previsioni di entrata e gli effettivi introiti registrati”. Scatta l’interrogazione del Movimento cinque stelle all’Ars. Negli ultimi tre anni, i gestori hanno previsto entrate per la Regione siciliana di circa due milioni e mezzo di euro mentre, in realtà, sono stati registrati introiti di poche centinaia di migliaia di euro. “Chiediamo chiarimenti, – affermano i deputati M5s – ricordando sempre che l’acqua di cui usufruiscono le aziende in questione è pur sempre un bene pubblico“.
“I conti, certamente, non tornano; – afferma la deputata Cinquestelle Claudia La Rocca, prima firmataria dell’atto parlamentare – nello scorso triennio (2010-2012) la previsione di entrata annuale era pari a 900 mila euro; di contro, le entrate effettive registrate sono state, rispettivamente, di 480 mila, 291 mila e 279 mila euro l’anno”. “Un gambero, probabilmente,– aggiunge la parlamentare all’Ars – avrebbe fatto qualche passo avanti in più”.
“Una vera e propria beffa – conclude La Rocca – aggravata da fatto che meno di un anno fa, nella legge di stabilità del 2013, fu previsto l’aumento dei canoni di gestione per l’estrazione di acqua minerale e, ciononostante, le entrate si sono ridotte ancor di più rispetto agli anni precedenti, per un importo pari a 267 mila euro”.