L’atto parlamentare presentato alla Camera dalle deputate Di Vita e Di Benedetto per capire le intenzioni del governo sull’ufficio che lotta contro le disparità razziali e di genere dopo le uscite pubbliche anche di esponenti vicini all’esecutivo.
La rete di antenne territoriali della Croce Rossa in Sicilia potrebbe spegnersi in culla. I centri di ascolto, messi in piede col supporto dell’UNAR e annunciati nei giorni scorsi dall’ente per monitorare e contrastare sul territorio le discriminazioni, potrebbero rischiare di rimanere ai box.
Lo temono i deputati nazionali del Movimento 5 Stelle, preoccupati dai continui attacchi che da qualche tempo l’Ufficio nazionale antidisciminazioni razziali riceve periodicamente anche da personaggi vicini al governo.
“Recentemente – afferma la deputata Giulia Di Vita – l’UNAR è stato oggetto di attacchi anche da parte dell’ex viceministro Guerra, che ha contestato all’ente la distribuzione di opuscoli informativi al personale docente, frutto di un protocollo di intesa col MIUR. E questo dopo un autentico fuoco incrociato messo in opera dai vari Giovanardi, Roccella, Malan e Pagano. Ci si dica chiaramente cosa si vuole fare dell’Ente, proprio ora che anche il suo motore sta cominciando a girare in Sicilia, come dimostrano il recente protocollo di intesa sottoscritto tra regione ed UNAR e la lodevole iniziativa della Croce Rossa”.
Per capire le intenzioni dell’esecutivo su questo importante ufficio, la deputata, assieme alla collega Chiara Di Benedetto, ha presentato una interpellanza alla Camera che mira a fare luce sulle ragioni di questi attacchi, alla luce dell’autonomia di cui dovrebbe godere l’unico ente in Italia che si sta occupando di discriminazioni.
“Il M5S – afferma Chiara Di Benedetto – ha chiesto inoltre, se non sia il caso di far decadere l’anacronistica “R”(che sta per “razziali), e fornire pieni poteri all’UNAR, trasformandolo in UNA, dandogli maggiore autonomia e indipendenza contro tutte le discriminazioni (LGBT incluse) che purtroppo sono numerose nel nostro Paese”.