Ieri si è svolta una riunione di confronto tra i senza casa ed i pochi rappresentati del comune di Palermo, qualche consigliere comunale ed un paio di consiglieri di circoscrizione, giunta e sindaco assenti. Le famiglie che stanno vivendo il disagio sociale, alcune delle quali stanno occupando l’ Istituto Sacro Cuore, si sono alternate in un dibattito con i pochi organi istituzionali presenti.
L’atmosfera che si è respirata nel corso di tutto lo svolgersi dell’assemblea, è stata di profonda tensione sociale e persone che sono allo stremo. Gli interventi che si sono susseguiti hanno posto l’accento sull’assenza di programmazione da parte del Comune di Palermo, o più precisamente sulla mancanza di un piano strutturale in merito all’emergenza dell’edilizia sociale in città.
Sono stati proposti alcuni provvedimenti a medio e lungo termine che necessitano chiaramente di dibattiti più approfonditi, come una tassazione maggiorata del 10% su tutti gli immobili sfitti il cui fondo dovrebbe essere destinato ad interventi di supporto sul piano delle politiche sociali. Al di la delle misure paventate il grande assente in questa riunione, sindaco a parte, erano i dati. La totalità dei rappresentati del comune di Palermo manifestava, di fronte a queste famiglie, l’assenza di un censimento sia dei numeri dei nuclei familiari coinvolti, che degli immobili comunali e/o sequestrati alla mafia, disponibili o adattabili ad emergenze abitative come quelle che si prospettano nei mesi futuri.
Se da un lato il problema dati è facilmente risolvibile interpellando gli uffici preposti, e su questo attiveremo i portavoce M5S alla Camera e all’ARS presentando le dovute interrogazioni, da un altro lato, a distanza di due anni dall’insediamento della Giunta Orlando e del Sindaco, le delibere e gli atti amministrativi del Comune sono ancora lettera morta. Di fronte a questa inerzia non possiamo non lanciare l’allarme nonostante i numerosi sforzi condotti sia dalla società civile palermitana, che delle audizioni in IV comm. ARS in cui si evince piena disponibilità ma scarsa attuazione delle proposte.
Nonostante il clima di tensione in sala delle lapidi alcuni importanti spunti sono stati messi in luce tra i quali:
– non sfruttare l’emergenza per nuove cementificazioni ma recuperare gli spazi inutilizzati e convertire quelli che possono essere fruibili per la causa;
– indagare sul giro dei finanziamenti che girano intorno le case famiglia e sul perché spesso si predilige questa via di finanziamento alla risoluzione a lungo termine;
– albo pubblico degli alloggi disponibili che, secondo quanto affermato, risulta non disponibile;
– si devono trovare risorse che diano garanzie a lungo termine;
Alcune di queste risorse, a febbraio, sono state messe in luce anche dalla nostra portavoce ARS Claudia La Rocca, evidenziando un fondo per il social housing da 30 milioni di Euro stanziati a bilancio dalla Regione, ma è chiaro che è solo un inizio, e che le necessità per il comune siano ben più complesse di queste cifre, è per questo che chiediamo un atto d’umiltà alla Giunta Orlando cominciando a considerare non solo un rimpasto di giunta per gli assessori che non abbiano svolto il loro lavoro, ma soprattutto che cominci a porre dei termini per dare delle risposte a questa città o lasci il posto a coloro che vogliono lavorare per cambiarla davvero, ad oggi ben poco è cambiato dall’epoca Cammarata ed il risultato è evidente nel collasso che sta subendo la nostra amata Palermo.