Avevamo visto giusto, e infatti il marcio che si nascondeva dietro la squallida procedura di nomina degli scrutatori da parte della Commissione elettorale del Comune di Enna è venuto alla luce.
E’ bastato venire in possesso del verbale n. 13 della seduta del 5 maggio 2014 della Commissione per evidenziare come l’attuale classe dirigente al potere nella nostra città non solo ritiene di poter fare tutto ciò che vuole, ma lo fa senza nemmeno preoccuparsi di dare una parvenza di legalità alle procedure adottate.
Il verbale di cui abbiamo avuto copia grazie ad una semplice richiesta di accesso agli atti (questa finalmente riscontrata dal Comune) mette in tutta evidenza come i componenti della Commissione elettorale, ovvero il Presidente delegato dal Sindaco, Salvatore Cappa (Vicesindaco), il componente Angelo Salamone (capogruppo PD), Maurizio Tornabene (PD) e Gaetana Palermo (MPA), hanno tranquillamente deliberato di effettuare la nomina di tutti gli scrutatori dando atto che “all’unanimità viene deciso di procedere alla designazione degli scrutatori per sorteggio”.
Come tutti sappiamo le cose sono andate diversamente. Ma a questo già gravissimo fatto se ne aggiunge un altro che conferma la chilometrica “coda di paglia” dei componenti della Commissione Elettorale. In data 12 maggio 2014, cioè ben sette giorni dopo la redazione del verbale di nomina degli scrutatori, gli stessi componenti, forse allarmati dalla nostra preannunciata intenzione di chiedere copia dello stesso verbale per renderlo pubblico, sottoscrive una specie di chiarimento che, a nostro parere, non solo non ha nessun valore legale, ma conferma la condotta arrogante e dilettantesca degli stessi. Nella nota si legge, infatti, che nella verbalizzazione del 5 maggio 2014 “non risulta esaustiva nella parte in cui non viene evidenziato che i componenti con decisione unanime hanno proceduto alla nomina degli scrutatori in parte con il criterio del sorteggio ed in parte, con decisione unanime dei componenti, con l’individuazione nominale”.
Hanno tuttavia dimenticato di specificare (e come avrebbero potuto?) secondo quali criteri si sono fatte le designazioni (amicizia, parentela, affinità partitica?) e che questa decisione, per quanto unanime, era in aperto contrasto con le indicazioni date dal Sindaco alla Commissione dei capigruppo e da questa condivise. Di fronte a questa specie di autodenuncia di una palese omissione le dimissioni dell’intera Commissione ci sembra il minimo, a cominciare dal vicesindaco Cappa.
Alleghiamo, così come promesso, copia del verbale della Commissione elettorale.
Non abbiamo più nulla da aggiungere per evidenziare come il degrado della città sia essenzialmente istituzionale.
2 commenti
La solita solfa. Basta sedersi su una poltrona pubblica che si diventa padroni, dimenticandosi che invece si è al servizio della collettività.
e dov’è il verbale?