La rabbia del M5s: “Si tratta per la maggior parte di incendi dolosi”. La deputata Cinquestelle Gianina Ciancio invita i forestali a “denunciare qualunque verità in loro possesso”.
Palermo, 25 giugno 2014 – “Sono sconvolta per quello che è successo ieri in diverse zone della Sicilia, roghi devastano l’isola da nord a sud e da est a ovest. Anche la pineta di Nicolosi in fiamme, ettari di storia e di macchia mediterranea scomparsi per sempre”. Così, in un post su Facebook, la deputata M5s all’Ars Gianina Ciancio denuncia lo stato di crisi che vive in questi giorni la Sicilia a causa degli innumerevoli incendi che stanno distruggendo la tipica macchia mediterranea.
“Non ci sono parole per descrivere la rabbia che tali vili gesti provocano, – afferma Ciancio – accertato che gran parte di questi roghi sono stati provocati, appunto, ad arte, dalla mano dell’uomo. Io non so come si possa tollerare tutto questo, come si possa fare finta di niente e cedere al ricatto di questi criminali come se nulla fosse”.
Ecco l’appello della deputata Cinquestelle, lanciato sul social network: “Mi auguro che coloro i quali conoscono lo stato dei fatti, condannino senza se e senza ma qualunque verità in loro possesso”. “Che si sappia – aggiunge la parlamentare M5s – che gli episodi di ieri avranno delle conseguenze. E vedranno il gruppo del m5s unito per mettere in atto tutte le iniziative utili a far si che non si ripeta tale scempio”.
Interpellati anche l’assessore al Territorio e ambiente e quello all’Agricoltura. In conclusione, Ciancio afferma: “Siamo concordi sul presentare degli emendamenti in questa finanziaria, da un lato che potenzino il corpo forestale (cosa diversa dai “forestali”), dotandolo di mezzi e risorse opportune e, dall’altro, responsabilizzino gli addetti al “controllo””.
5 commenti
Uno dei provvedimenti che funzionerebbero sicuramente nella lotta contro gli incendi dei nostri boschi consisterebbe nel legare una parte della retribuzione di tutti gli addetti che, a vario titolo, sono impegnati nella riforestazione, al numero di piante contate nel censimento annuale. Venuto meno meno l’interesse economico ad appiccare fuochi, resterebbe il pericolo derivante dai piromani. Penso, tuttavia, che in un contesto sopra descritto, in cui la sopravvivenza di molte famiglie è legata all’esistenza del bosco, lo spazio operativo per il piromane sarebbe drasticamente ridotto dalla concreta possibilità di essere individuato e denunziato o, peggio, giustiziato sul posto da parte di ignoti difficilmente identificabili. Personalmente penso che la notizia dell’uccisione di un piromane, considerando che gli incendi sono spesso causa di morte per molte persone innocenti, non mi turberebbe più di tanto e, anzi, mi farebbe sentire più sicuro nelle mie gite estive nei boschi dell’Isola.
Ma è chiaro che c’è di mezzo la mafia comandata dalla dittatura usa-ue
Concordo, se viene beccato il piromane poi gli si leva tutto quello che ha di valore per ripagare tutti i danni fino a completa ribonifica.
Per quanto mi riguarda (vivo a Palermo), anche se non ho prove certe, si è sempre detto che in questo periodo sono gli stessi forestali ad appiccare questi incendi per poi essere chiamati e lavorare.
Finita l’estate ecco il restante dei mesi che si prendono la disoccupazione e il loro problema di vivere è così risolto.
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