Dopo le audizioni in IV Commissione ambiente dell’ARS del 4 e del 18 giugno scorso, l’Assessore regionale del territorio e dell’ambiente, Mariarita Sgarlata ha mantenuto l’impegno assunto depositando il testo base di riforma della legge sui parchi e riserve.
I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars esprimono soddisfazione per l’ottimo lavoro di concertazione portato avanti in questi mesi e per l’impegno e l’interesse mostrati dall’assessore Sgarlata.
“Si apre così la stagione delle riforme per le aree naturali protette”, afferma il presidente della IV Commissione Giampiero Trizzino (M5s), primo firmatario di uno dei tre testi di legge presentati e successivamente rielaborati per confluire nel testo di legge. “Questo testo base – continua Trizzino – è frutto di un clima parlamentare favorevole e di un primo confronto avviato in sede di commissione ambiente con le diverse associazioni ambientaliste, degli agricoltori, le stesse associazioni venatorie e i rappresentati dei parchi. A settembre, alla riapertura dei lavori parlamentari, il testo sarà incardinato e avrà una corsia preferenziale per essere esitato quanto prima e portato alla discussione del parlamento. Certamente non mancheranno ulteriori confronti e saranno recepiti i contributi di tutti i soggetti istituzionali e del mondo associativo chiamati ad essere protagonisti di questa nuova stagione di riforme”. Il presidente della commissione Ambiente precisa che “lo scheletro della legge dell’81 rimarrà inalterato, così come è emerso nelle precedenti audizioni; quello che ci proponiamo è aggiornare la norma alle rinnovate esigenze ambientali e alle direttive europee”.
“Un testo importante, complesso, una specie di testo unico in materia di parchi, riserve e biodiversità – dichiara l’Assessore Sgarlata – che affronta in maniera innovativa tutti i temi connessi con la salvaguardia ambientale, coniugando la conservazione e la biodiversità in maniera intelligente con i temi connessi con lo sviluppo compatibile e ecosostenibile, valorizzando tutte le filiere produttive di qualità presenti nei territori tutelati e riconoscendo un ruolo centrale alle popolazioni locali nella gestione delle aree protette”.