La recentissima risposta dell’assessorato al Territorio ad una interrogazione del presidente della commissione Ambiente dell’Ars svela numerose irregolarità nell’area e pure falle nel sistema di monitoraggio sul petrolchimico, dove la mancanza di personale limita l’attività quasi esclusivamente agli autocontrolli.
Trizzino: “Governo irresponsabile: in Finanziaria niente per l’ambiente”
Direttamente in mare i reflui di parte della città di Gela. La risposta dell’assessorato al Territorio ad una interrogazione del presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, svela gravissime irregolarità nell’area del petrolchimico.
Le acque reflue provenienti dalla città, che eccedono la portata del depuratore all’interno della raffineria (400mc/h) – secondo quanto scrivono dall’assessorato di via La Malfa – arrivano direttamente a mare, senza nessun trattamento preventivo. Uno sversamento che viene definito “quasi continuo”, ma senza nessuna possibilità di valutazione esatta.
E non finisce qui, nella risposta dell’assessorato sono segnalate numerose altre anomalie, a partire dalla inadeguata vigilanza sulle emissioni in atmosfera della raffineria, limitata quasi esclusivamente agli autocontrolli, a causa della carenza di personale e risorse che caratterizza l’Arpa di Caltanissetta.
“La Sicilia – dice Trizzino – sta morendo soffocata dall’inquinamento, ma nella legge finanziaria l’ambiente è bistrattato: il governo ha stanziato la metà delle risorse previste per legge a favore dell’Arpa, che in questo modo non potrà nemmeno procedere ai controlli ordinari”.
“L’Arpa – continua Trizzino – vive una situazione paradossale: a fronte di un organico previsto per legge di 960 unità, gli impiegati effettivi sono appena 326 e a fronte di un capitolo di spesa pari a 20 milioni di euro, il governo, oggi, ne stanzia la metà. In questo modo l’Agenzia per l’ambiente non ha materialmente la capacità di operare. Tutto questo a danno, soprattutto, delle comunità martoriate dall’inquinamento, come Siracusa, Gela e Milazzo che si vedono private del più fondamentale dei diritti: quello alla salute. Solo a titolo di esempio, sui controlli agli impianti di depurazione, a fronte di un programma di 703 interventi, soltanto il 32 per cento sono stati effettuati. Non dimentichiamo che la Sicilia è sotto procedura di infrazione per i controlli sulle acque reflue. C’è da chiedersi come intende Crocetta uscire dall’infrazione, se continua a strozzare l’unico organismo deputato al controllo della qualità delle acque”.
“Questa situazione drammatica – conclude Trizzino – si riflette su tutti gli altri settori di controllo dell’Arpa, dalla qualità atmosferica, a quella del suolo, alle analisi sugli impianti industriali. Avevo depositato in commissione ambiente gli emendamenti correttivi per sanare la situazione economica, ma sono spariti nel testo depositato in aula. Questo dimostra il senso di responsabilità della politica siciliana verso la tutela dell’ambiente e della salute. Ad ogni modo, ho ripresentato gli emendamenti in aula, staremo a vedere oggi come si determineranno i deputati“