La seduta del Consiglio Comunale di Palermo comincia come un sabato mattina al mercato del Capo: il pomo della discordia è generato dall’enorme mole di emendamenti presentati alla delibera sul Regolamento TASI.
Alcuni minuti dopo il suo inizio, subisce la prima battuta d’arresto con conseguente riunione dei capigruppo per trovare la quadra sullo stato emendativo della delibera. Una pausa che sarebbe dovuta durare circa dieci minuti, si è conclusa dopo un’ora, in cui maggioranza ed opposizione hanno ridotto drasticamente il numero degli emedamenti depositati.
Tutta la seduta si è svolta con una scarsa gestione di ‘sala delle lapidi’ da parte della Presidenza che non ha mostrato il dovuto rigore istituzionale. Si è assistito a scene da “cabaret” per via di diversi consiglieri che facevano la spola tra i banchi, brusio di fondo, entra ed esci dall’aula, nella totale assenza di regole e regolamenti, in cui nemmeno il tempo d’intervento è stato rispettato. Più che una seduta del consiglio della quinta città d’Italia è sembrata una puntata di qualche talk-pollaio televisivo, in cui la pretesa di dare un ordine democratico era pari alla speranza di risolvere “il problema traffico” a Palermo. Lo spaccato di questo consiglio, rappresenta lo stato confusionale che sta vivendo la politica amministrativa della città, in cui non c’è un programma, non c’è un lavoro organico ed ognuno urla più forte dell’altro senza fornire una reale soluzione. Perfino di fronte alla semplice applicazione della discutibile legge nazionale per l’Imposta Unica Comunale, ci si perde in delibere farraginose che non agevolano né la giunta, né il consiglio, tanto meno i cittadini, che si trovano ancora una volta tassati per servizi che non riceveranno.
I punti salienti che hanno suscitato un acceso dibattito sono stati diversi:
1) Il pagamento di una parte della TASI da parte degli affittuari tra il 10% e il 30%, dimostrando ancora una volta come siano sempre le categorie più a rischio nel mirino del reperimento di risorse. In un momento di profonda crisi che sta affrontando l’isola e il suo capoluogo, “spremere come un limone” la categoria degli affittuari dimostra quanto non ci sia il polso del disagio sociale che sta attraversando la città;
2) Le aliquote incluse nella IUC (IMU, TASI, TARI), sono tutte al massimo, esattamente come avverrebbe in fase di dissesto finanziario. Qualsiasi persona dotata di buon senso arriverebbe a capire che senza un piano organico ed un piano industriale delle partecipate più grandi, non sarà possibile offrire servizi reali ai cittadini, che continueranno a pagare solo stipendi. Parchi, mobilità e progetti sociali saranno fuori discussione;
3) Si è discusso anche della R.A.P. (figlia sempre di Orlando, quindi non proprio una garanzia considerata la GESIP) sorta dalla ceneri di A.M.I.A. il cui costo si aggirerà intorno ai 130-140 milioni €/anno, con un contratto di servizio (in fase di bozza) che ricalca lo schema fallimentare dell’AMIA. Un consigliere ha denunciato che secondo i suoi calcoli, se la R.A.P. lavorasse soltanto 165 gg in un anno, il massimo di penale che andrebbe a pagare si aggirerebbe intorno a 4 milioni su 140 milioni che i cittadini versano per un servizio inefficiente, dimostrando ancora una volta una prospettiva colabrodo per i bilanci comunali. In aggiunta si è rilevato che Palermo si appresta a gestire non solo gli esuberi dell’Amia, ma aggiungerà nel calderone anche una parte della GESIP. L’impressione che viene fuori è che non si sia pensato a cosa offrire a Palermo ed ai cittadini che pagano le tasse da dissesto, ma solo a coprire con soldi pubblici, i loro errori politici. Nessuno ha ricordato che il Comune esternalizza servizi che dovrebbe progettare in casa propria, come nel caso del sito mai completato di stoccaggio della differenziata a Partanna-Mondello il cui spreco di denaro pubblico dovrebbe indignare gran parte dei palermitani che lo hanno pagato inutilmente e che dovrebbe essere riprogettato ex-novo.
Al di là della spettacolarizzazione di qualche consigliere (liti furiose tra Tantillo e Mangano), la seduta incentrata su un tema delicato come quello del bilancio, mette in luce il fatto che Palermo e le sue disfunzioni, siano i grandi assenti del dibattito tutto incentrato su singoli orticelli e poco, troppo poco, sulle soluzioni.
Cercheremo di approfondire la nostra attività di #FiatoSulCollo che caratterizza il 5stelle, affinché siano abbattuti i costi delle disfunzioni, rivalutando il sistema delle partecipate comunali, vera spina nel fianco del bilancio a causa di politiche clientelari che devono vedere una fine, affinché questa città possa vivere una rinascita di ampio respiro sul fronte della programmazione e della strutturalità degli interventi. Invitiamo i cittadini a scriverci, e segnalare eventuali proposte che cercheremo di tradurre in azioni politiche.
1 commento
queste tasse sono anticostituzionali Ai sensi dell’art. 53 ed altri della Costituzione. quindi andrebbero abolite e sostituite da altre che tengano conto della capacità contributiva REALE . l’unica strada POSSIBILE è la proposta di legge Rifiuti Zero con l’applicazione della tariffa PUNTUALE. tutto il resto è solo PROPAGANDA! buon lavoro se ci riuscirete a fare sul serio!