Presentata denuncia formale anche nei confronti della Pubblica Amministrazione per il reato di omissione d’ufficio e tutti i reati ambientali che la Magistratura riterrà di ravvisare. I firmatari, tra questi i parlamentari M5s: “L’impianto venga fermato subito”
Depositata la denuncia a carico della distilleria Bertolino per ipotesi di reato contro la Pubblica Amministrazione e reati ambientali.
“Si tratta di un’industria insalubre situata nel pieno centro abitato del Comune di Partinico, che porta con sé una storia trentennale di inquinamento e di molestie nei confronti del territorio e dei cittadini del comune nel Palermitano” *. Così l’europarlamentare M5s Ignazio Corrao, tra i firmatari della denuncia.
“A seguito di 4 diffide, un incontro, una conferenza dei servizi e un’audizione all’Ars, poche settimane fa è stato ottenuto un primo risultato, – aggiunge il presidente della commissione Ambiente e territorio, il deputato Cinquestelle Giampiero Trizzino, anche lui firmatario della denuncia – infatti, il Servizio 1 del Dipartimento Ambiente della Regione ha stabilito che all’azienda occorre un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)”. “Si tratta di un grande successo nella battaglia contro l’inerzia regionale e contro la distilleria Bertolino, anche se – continua Trizzino – c‘è in atto il tentativo di permettere all’industria di continuare ad operare, malgrado sia emersa la necessità dell’AIA e malgrado l’impianto sia dotato di una autorizzazione vecchia di 10 anni e scaduta dall’agosto del 2012”. In pratica, il Servizio 1 dell’ARTA ha si obbligato la distilleria ad ottenere l’AIA, aggiungendo però che: “Nelle more della presentazione della nuova istanza, entro il 7 settembre 2014 e sino alla conclusione del procedimento, l’impianto ha facoltà di operare in regime di proroga delle autorizzazioni previgenti”. “Pertanto, sostanzialmente, si proroga un’autorizzazione vecchia di 10 anni, scaduta nell’agosto del 2012, con tutti i danni che ne conseguono in termini di mancata tutela dell’ambiente e della vivibilità nel comprensorio di Partinico”.
“L’impianto va fermato subito – così affermano dal fronte ambientalista rappresentato da Legambiente, Movimento 5 Stelle Sicilia, Osservatorio Sviluppo e Legalità “G. La Franca”, Rifondazione Comunista di Partinico e dai gruppi consiliari “Cambiamo Partinico” e “Misto, Servire, non servirsi” (tutti firmatari della denuncia) – basta proroghe, finché l’azienda non avrà ottenuto la nuova autorizzazione e si adegui alle prescrizioni che le verranno imposte”. “Per contrapporci al tentativo di chiudere un occhio e permettere che la distilleria Bertolino continui ad operare con grave danno della vivibilità del Comune di Partinico, – concludono – abbiamo deciso di presentare una denuncia formale al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri e alla Procura della Repubblica anche nei confronti della Pubblica Amministrazione per il reato di omissione d’ufficio e tutti i reati ambientali che la Magistratura riterrà di ravvisare”.
* La distilleria, inizialmente di piccole dimensioni, a seguito di ampliamenti iniziati a partire dagli anni ’80, si è sviluppata su un’estensione di oltre sette ettari all’interno del perimetro urbano, attraverso concessioni e sanatorie definite “illegittime” già nel 1994 dall’ARTA . La ditta ha lavorato senza impianto di depurazione fino al giugno del 1993, quando poi è stata bloccata e costretta a realizzare un impianto di depurazione, dopo aver subito una condanna definitiva per inquinamento delle acque del torrente Raccuglia-Puddastri, affluente del Nocella che sversa nel mare del golfo di Castellammare, con prescrizione per altri nove reati contravvenzionali. Nel 2005 la distilleria ha subito un ulteriore sequestro da parte della magistratura e un processo per diversi capi di imputazione (finiti in prescrizione), per inosservanza della normativa in materia di rifiuti ed esalazioni moleste emesse in atmosfera che avevano provocato la reazione della cittadinanza. Ancora oggi le vicende giudiziarie non si sono chiuse ed è in corso un ulteriore processo a carico dei responsabili dell’industria per analoghe fattispecie criminose.