La costruzione del parcheggio sarà realizzata in project financing per un costo complessivo di 39 milioni di euro di cui 15 milioni finanziati direttamente dalla Regione siciliana. L’interpellanza della deputata M5s Angela Foti per far luce sulla vicenda.
“Una torbida storia giudiziaria dietro le imprese a cui viene affidata la progettazione, costruzione e gestione del parcheggio”
Calano ombre sulla costruzione del parcheggio multipiano “Raffaello Sanzio” che andrebbe realizzato nel comune di Catania da dicembre 2014. “Troppe nubi si addensano dietro la storia giudiziaria relativa alle imprese a cui viene affidata in concessione la progettazione, costruzione e gestione del parcheggio”. Questa la denuncia apparsa sulla stampa locale catanese e partita da un’indagine dei giornalisti De Luca e Campese, avvalorata oggi da un atto parlamentare* predisposto dalla deputata M5s Angela Foti. “Tenuto conto dell’ingente contributo pubblico di oltre 15 milioni di euro che dovrebbe essere erogato alla “Catania-Parcheggi Spa” dalla Regione, – afferma Foti – attraverso l’Interpellanza, chiediamo al governo regionale e all’assessorato Infrastrutture e mobilità di fare chiarezza immediata sulla vicenda”. La costruzione del parcheggio prevede 1080 posti auto e 40 per i bus, da realizzare in project financing per un costo complessivo di 39 milioni di euro di cui 15 milioni, appunto, finanziati direttamente dalla Regione siciliana. Un appalto dal passato giudiziario turbolento, adesso affidato a una società al 99 per cento della palermitana Final S.p.a; impresa già nota perché coinvolta, con il suo amministratore unico Filippo Lodetti Alliata, nell’indagine sull’Expo 2015 per il modo poco limpido in cui avrebbe tentato di ottenere l’incarico.
“Ricordiamo all’assessore regionale alle Infrastrutture, qualora avesse dimenticato la normativa vigente, – continua la parlamentare Cinquestelle – che il “Codice dei Contratti Pubblici Nazionale”, d.lgs n. 16 del 2006, recepito dalla Legge regionale n. 12 del 2011, all’art.38, pone dei requisiti generali in tema di gare pubbliche “secondo il quale la partecipazione alle gare pubbliche richiede, in capo ai partecipanti, il possesso di inderogabili requisiti di moralità (…)”. Si tratta, infatti, di un fondamentale principio di ordine pubblico economico che soddisfa l’esigenza che il soggetto che contrae con l’amministrazione sia “affidabile” e, quindi, in possesso dei requisiti di ordine generale e di moralità che la norma tipicizza.
“Non escludiamo l’ipotesi di risoluzione del contratto – conclude la deputata Angela Foti – che all’art. 135 prevede: l’automatico scioglimento del vincolo contrattuale, ed è costituita dall’emanazione nei confronti dell’appaltatore di un provvedimento definitivo che dispone l’applicazione di una o più misure di prevenzione; e la condanna per frode, passata in giudicato, inflitta all’appaltatore. Da considerare che un’eventuale condanna dell’amministratore unico della Final S.p.a., avrebbe conseguenze nefaste, che ricadrebbero sicuramente sui cittadini siciliani in generale, e su quelli di Catania in particolare”.
* REPUBBLICA ITALIANA
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
“GRUPPO PARLAMENTARE MOVIMENTO CINQUE STELLE”
INTERPELLANZA
(risposta scritta e orale)
N. 0000 – TITOLO: richiesta al Governo regionale e all’Assessorato per le Infrastrutture e la Mobilità se non ritengano opportuno intraprendere, atteso il potere di vigilanza e controllo, tutte le iniziative necessarie di propria competenza sull’appalto avente ad oggetto l’affidamento della progettazione esecutiva, costruzione e gestione del Parcheggio Multipiano denominato “Raffaello Sanzio” da realizzare nel Comune di Catania.
DESTINATARI:
Al Presidente della Regione,
all’Assessore per le infrastrutture e la mobilità.
Premesso che
-la vicenda dei “parcheggi” a Catania è stata oggetto, in tutte le fasi e aspetti, di svariati interventi della Magistratura;
-nel 2000, l’allora sindaco Umberto Scapagnini, nominato dal governo Berlusconi Commissario Straordinario per l’Emergenza Traffico, al declamato fine di risolvere l’emergenza del settore traffico e della mobilità nel territorio del Comune di Catania, riteneva fossero necessari ben 21 punti di sosta interrati, per un totale di 18mila posti auto e un costo complessivo di 227 milioni di euro;
-ad oggi solo un’opera, dopo le ben note vicissitudine giudiziarie, è stata realizzata: il parcheggio Europa, che tutt’oggi lascia i cittadini sgomenti per l’assoluta non idoneità della struttura rispetto al contesto urbano e che ha lasciato un vero e proprio “buco” nel cuore e nell’architettura di Catania;
Visto che
– secondo indiscrezioni provenienti dal Comune di Catania, riprese dalla stampa locale, a dicembre c.a. dovrebbero partire i lavori per la costruzione del secondo parcheggio interrato: il Raffaello Sanzio;
– il progetto prevede 1080 posti auto e 40 per i bus, da realizzare in project financing per un costo complessivo di 39 milioni di euro di cui 15milioni finanziati dalla Regione Sicilia;
Appreso che
-anche la storia giudiziaria relativa alle imprese a cui veniva affidata in concessione la progettazione esecutiva, costruzione e gestione del parcheggio Sanzio, si è rivelata anch’essa problematica dal punto di vista giudiziario;
-ad aggiudicarsi l’appalto, nel 2007, era, infatti, un’associazione temporanea d’imprese, della quale facevano parte le aziende Icob e Coesi, insieme alla palermitana Final S.P.A. In entrambe Icob e Coesi il socio di maggioranza era Mariano Incarbone, condannato per associazione mafiosa in primo e secondo grado, nel processo denominato “ Iblis”, cugino del boss Filippo La Rocca, ritenuto dai magistrati vice rappresentante della famiglia di Enna di Cosa Nostra;
– nel 2010, Confindustria Catania, seguendo il protocollo di legalità siglato con il ministero dell’Interno, sospendeva le imprese Coesi e Icob, ma le due ditte cedevano il proprio ramo d’azienda alla Geco Srl e alla Gidi Srl., sempre facenti riferimento allo stesso Mariano Incarbone;
-in seguito, le società Gidi e Geco recedevano, e veniva poi individuato, dalla Final S.P.A. per il subentro nel R.T.I, il “Consorzio emiliano Cesare Menotti”, che si univa, con una percentuale di partecipazione dell’1%, alla Final S.pa, che ne detiene il 99%, per formare la “Catania Parcheggi spa”;
-il subentro veniva giudicato legittimo dall’Ufficio legislativo e Legale della Regione siciliana e il Comune assentiva alla sostituzione dell’Impresa capogruppo.
Atteso che
-a capo della Final S.p.a., in quanto amministratore unico, vi è Filippo Lodetti Alliata, colui che, a detta della Magistratura inquirente, ha fatto dei parcheggi il suo business principale in tutto il territorio italiano;
-Lodetti, già amministratore della Reggio Emilia Parcheggi, è indagato, ebbene, per concorso nel reato di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”, condotta che inficia la correttezza della procedura di predisposizione del bando e di formazione della gara, nell’inchiesta milanese egli appalti Expo 2015, insieme a quella che è stata ribattezzata dagli inquirenti la «cupola bipartisan degli appalti». Nel computer usato da Lodetti, in seguito sequestrato dalla Magistratura, è stato rintracciata infatti la bozza del bando di gara per i parcheggi dell’Expo, ricevuta il 30 dicembre scorso dall’ imprenditore genovese Sergio Cattozzo, il quale, a sua volta, l’avrebbe ricevuta dal direttore pianificazione Expo , entrambi poi arrestati;
-il procuratore capo della procura di Reggio Emilia, dott. Grandinetti, ha chiesto, inoltre, ai pubblici ministeri milanesi di chiarire se ci siano legami dell’inchiesta sull’Expo con la società reggiana presieduta da Lodetti Alliata;
– per comprendere la carature di tale soggetto, il 7 gennaio 2014 le microspie degli investigatori intercettano la voce di Filippo Lodetti, impegnato in un pranzo al ristorante il Giglio Rosso di Milano, con Angelo Paris e Sergio Catozzo, durante la quale Lodetti afferma : “Io gestisco città, intere città»;
-nel consiglio d’amministrazione della società ”Catania Parcheggi S.p.a”, altresì, sono presenti i nomi del dott. Giancarlo Ciacciofera, imputato in uno stralcio del processo riguardante il crac del gruppo Miraglia e il professore Carlo Sorci, al quale viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta nella stessa inchiesta.
Considerato che
-in attesa di sapere quale sarà l‘esito processuale, si richiamano il “Codice dei Contratti Pubblici Nazionale”, d.lgs n. 163/06, recepito dalla Legge regionale n. 12/11, all’art.38, il quale pone dei requisiti generali in tema di gare pubbliche, e le numerose pronunce da parte del TAR in merito, e segnatamente: “Il principio espresso dall’art. 38, del D.lgs. n. 163/2006, secondo il quale la partecipazione alle gare pubbliche richiede, in capo ai partecipanti, il possesso di inderogabili requisiti di moralità, rappresenta un principio di carattere generale (…). Si tratta, infatti, di un fondamentale principio di ordine pubblico economico che soddisfa l’esigenza che il soggetto che contrae con l’amministrazione sia “affidabile” e, quindi, in possesso dei requisiti di ordine generale e di moralità che la norma tipizza (cfr. Cons. Stato, VI, 21 maggio 2013, n. 2725). Pertanto, seppure nei servizi esclusi non possa esigersi il medesimo rigore formale di cui all’art. 38 D. Lgs. n. 163/2006 e gli stessi vincoli procedurali, resta inderogabile il principio che i soggetti debbano avere i requisiti morali, e che il possesso di tali requisiti vada verificato. Alla stazione appaltante deve essere sempre consentito di accertare l’affidabilità del soggetto con cui contrae, e tale soggetto, anche se il contratto sia escluso, deve rendere le dichiarazioni che consentono alla stazione di verificare la sua affidabilità morale”;
-il successivo art. 135 prevede le ipotesi di risoluzione del contratto: la prima produce l’automatico scioglimento del vincolo contrattuale, ed è costituita dall’emanazione nei confronti dell’appaltatore di un provvedimento definitivo che dispone l’applicazione di una o più misure di prevenzione;
-la seconda ipotesi di risoluzione riguarda la condanna per frode, passata in giudicato, inflitta all’appaltatore;
-il concetto di frode cui fa riferimento l’articolo 135 comprende non solo la frode in senso stretto ma ogni reato che si specifichi nell’aver carpito la buona fede altrui. In questo senso, possono essere considerati rilevanti ai fini della risoluzione del contratto anche i reati di truffa, falso, turbativa d’asta, corruzione, vale a dire tutte quelle ipotesi delittuose che minano il rapporto di fiducia con la stazione appaltante. Infatti, la giurisprudenza amministrativa è concorde nel ritenere che “(…) eccettuati i reati indicati testualmente, circa i restanti, in assenza di parametri normativi fissi e predeterminati, la verifica della loro incidenza sulla moralità professionale attiene all’esercizio del potere discrezionale della P.A. e deve essere operata attraverso la disamina in concreto delle caratteristiche dell’appalto, del tipo di condanna, della natura e delle concrete modalità di commissione del reato (cfr., tra le più recenti, Consiglio di Stata, Sezione V, sentenza del 12 aprile 2007, n. 1723);
– la risoluzione del contratto, in casi del genere, costituisce un provvedimento vincolato, non residuando, in capo alla stazione appaltante, nessun potere discrezionale;
-un’eventuale condanna dell’amministratore unico della Final S.p.a., quindi, avrebbe conseguenze nefaste, che ricadrebbero sicuramente sui cittadini siciliani in generale e su quelli di Catania, in particolare.
Gli interpellanti chiedono
alla luce dei gravissimi fatti narrati, atteso il contributo pubblico di oltre 15 milioni di euro che dovrebbe essere erogato alla “Catania-Parcheggi s.p.a.” dalla Regione Sicilia, se il Governo regionale e l’Assessorato per le Infrastrutture e la Mobilità non ritengano opportuno intraprendere tutte le iniziative necessarie di propria competenza, coerentemente con il ruolo di controllo e vigilanza sugli appalti e di concerto con l’Autorità Nazionale Anti Corruzione e il Comune di Catania, affinché si pervenga alla disamina e alla risoluzione delle criticità in questione.
(gli interpellanti chiedono lo svolgimento con urgenza)
Palermo,21/10/2014
FIRMATARI:
Foti, Cancelleri, Cappello, Ciaccio, Ferreri,
La Rocca, Mangiacavallo, Trizzino, Ciancio,
Palmeri, Siragusa, Tancredi, Zafarana, Zito.