Da troppi anni non si costruiscono nuovi alloggi popolari. Le richieste formulate dalle famiglie bisognose sono numerosissime. Le norme per l’assegnazione e la revoca degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, come noto, sono previste dal Decreto del Presidente della Repubblica n.1035 del 30 dicembre 1972.
A Marsala l’attuale graduatoria definitiva (bando generale di concorso n.7 del 2002 – bando integrativo del 2010) vede presenti circa 270 famiglie.
A breve tale graduatoria decadrà in quanto nel mese di aprile 2013 è stato pubblicato il bando generale di concorso n.8/2013 ed è stata stilata una nuova graduatoria (attualmente provvisoria – ancora per poco) della quale fanno parte circa 140 famiglie. Graduatorie, tempi lunghi di attesa e costante occupazione abusiva di alloggi popolari. Poiché non si costruiscono nuovi alloggi popolari e non si liberano quelli esistenti, scatta la lotta tra poveri. Sono intorno a 300 gli immobili occupati abusivamente; quindi le famiglie che vantano il diritto d’avere un tetto (in forza di graduatorie ufficiali) rimangono fuori mentre altri preferiscono praticare altri canali, quelli illegali. E’ una lotta tra poveri, lo ribadiamo !
Ed in questa lotta entrano in gioco i furbi, i delinquenti, i mafiosi. E dire che i soggetti che occupano abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non possono partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i cinque anni successivi alla data di accertamento dell’occupazione abusiva ex art.5 della legge 23 maggio 2014 n.80.
Tra l’altro chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi (allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa) in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge.
Ciò nonostante gli immobili vengono occupati ed utilizzati.
Nessun investimento all’orizzonte da parte degli enti pubblici. La crisi finanziaria lo impedisce.
Ed allora, come sopra detto, scattano le guerre tra poveri, le occupazioni abusive, l’autentica “gestione parallela” (ovviamente illegale) degli alloggi popolari. Al fine d’evitare quanto sopra occorrono non paroloni ma investimenti.
Contestualmente non bisogna girarsi dall’altra parte; occorrono seri controlli. La matematica non è un’opinione tot alloggi (nei quartieri popolari di contrada Amabilina, di via Istria, di Sappusi) tot contratti, se i conti non tornano ci sono immobili liberi o occupati abusivamente ! Anche in questo settore occorre un deciso cambio di rotta.